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Mimmo Lucano, Cassazione: sulla gestione dei rifiuti mancano indizi contro il sindaco

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 2 Apr. 2019 alle 19:49 Aggiornato il 3 Apr. 2019 alle 09:31

Il 2 aprile 2019 la Cassazione ha stabilito che il sindaco di Riace, Domenica Lucano, non ha favorito matrimoni di comodo ma ha cercato di aiutare Lemlem.

I giudici hanno anche specificato che il richiamo a “presunti matrimoni di comodo che sarebbero stati favoriti dal sindaco, tra immigrati e concittadini, poggia sulle incerte basi di un quadro di riferimento fattuale non solo sfornito di significativi e precisi elementi di riscontro ma, addirittura, escluso da qualsiasi contestazione formalmente elevata in sede cautelare”.

Inoltre non risultano neanche frodi in appalti: la Cassazione ha infatti affermato che non ci sono indizi di “comportamenti” fraudolenti che Domenico Lucano avrebbe “materialmente posto in essere” nell’assegnazione di alcuni servizi come quello relativo alla raccolta di rifiuti a due cooperative.

Le delibere e gli atti di affidamento sono stati adottati con “collegialità” e con i “prescritti pareri di regolarità tecnica e contabile da parte dei rispettivi responsabili del servizio interessato”.

Questo quanto riportato nelle motivazioni depositate della Cassazione e relative all’udienza che lo scorso 26 febbraio si è conclusa con l’annullamento con rinvio del divieto di dimora a Riace.

L’udienza è aggiornata al 4 aprile.

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