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Il nuovo partito di Matteo Renzi: cosa si sa finora e quando potrebbe partire

Credit: Michele Spatari/NurPhoto
Di Laura Melissari
Pubblicato il 6 Dic. 2018 alle 13:10 Aggiornato il 6 Dic. 2018 alle 13:12

Matteo Renzi è pronto a lanciare un nuovo partito. Sarebbe questo, o anche questo, il motivo per cui Marco Minniti ha annunciato il suo ritiro dalla corsa alle primarie Pd.

Matteo Renzi ha sottolineato in più di un’occasione di non voler essere coinvolto nel dibattito congressuale del Partito democratico. “Io sono fuori dal dibattito del Pd”, aveva ribadito il 5 dicembre a Bruxelles l’ex presidente del Consiglio.

“Da mesi non mi preoccupo della Ditta Pd: mi preoccupo del paese. Che è più importante anche del Pd. Tutti i giorni ho fatto sentire la mia voce contro il Ministro sciacallo, Salvini. E contro il Ministro prestanome, Di Maio”, ha detto Renzi dopo il ritiro di Minniti.

“Faccio una battaglia sulle idee, non per due poltrone interne. Per me le correnti sono la rovina del Pd (…) Per cui: chiedetemi tutto ma non di fare il piccolo burattinaio al congresso del Pd. Chi vincerà avrà il mio rispetto”.

L’intenzione di Matteo Renzi sarebbe, secondo molti, quella di dare vita a un fronte anti-sovranista, in vista delle elezioni europee di maggio 2019.

Secondo quanto scrive Dagospia, la prima vera uscita pubblica del nuovo progetto di Renzi potrebbe avvenire già domenica 16 dicembre. Quel giorno Sandro Gozi, fedelissimo di Matteo Renzi, metterà in piedi la “Ciudadanos italiana”. A Via Nazionale, 66, alle ore 10.00, Gozi invita tutti a una “rivoluzione liberale”. (Qui l’invito)

L’evento avrà a che fare con la nuova “avventura di Renzi?”.

Lo scopo dell’iniziativa è “costruire un luogo di elaborazione, proposta ma anche di costruzione di soggettività e protagonismo politico e civile, con tratti modernamente liberali e riformatori”.

La nuova formazione vuole andare in contro corrente a quello che sta avvenendo al momento nel dibattito pubblico italiano “preda di rancori, estremizzazioni inconcludenti e pericolose, tribalizzazioni proprie di una società alla deriva”.

La formazione si ispira ai Ciudadanos spagnoli, al francese En Marche, ai liberali e ai verdi in Germania. Questo processo avrà nelle elezioni europee del prossimo maggio il suo passaggio obbligato.

L’invito parte Gianfranco Passalacqua, Consigliere Giuridico dall’allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli affari europei Sandro Gozi.

Chi rimarrà all’interno del Pd? Chi confluirà nella nuova formazione politica?

Tra i nomi certi che rimarranno nella vecchia compagine di sinistra ci sono sicuramente, al fianco di Nicola Zingaretti e degli altri candidati alle primarie 2019, anche Dario Franceschini, Graziano Delrio.

In questo articolo avevamo già parlato della possibilità che dava Renzi pronto ad abbandonare una nave che imbarca sempre più acqua per mettersi in proprio.

Sabato 1 dicembre il Fatto Quotidiano ha riportato le dichiarazioni di Paolo Romani, senatore forzista, che ha parlato di “un nuovo mercato della politica” in relazione a un suo incontro con Renzi.

Traduzione: si sarebbe sondata la possibilità di dar vita a un soggetto centrista in grado di dare un’orizzonte ai moderati, a fronte dell’implosione del Pd e dell’eclissi di Forza Italia.

“I cicli della politica sono molto veloci. Renzi nel 2014 era al 4 per cento – ha detto Romani al Fatto – È ragionevole che tra un paio d’anni le cose siano cambiate. Per cui, dobbiamo lavorare a una forza liberale come la nostra e, parallelamente, a una forza riformista”.

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