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La protesta dei pastori sardi arriva a Montecitorio: “Siamo alla fame”

Di Redazione TPI
Pubblicato il 12 Feb. 2019 alle 12:38 Aggiornato il 13 Feb. 2019 alle 15:20

Dalla campagne della Sardegna e dagli uliveti della Puglia la protesta si estende fino ad arrivare a Montecitorio.

La piazza è sfumata di giallo, il colore della Coldiretti, ed è diventata il teatro delle manifestazioni degli olivocoltori pugliesi e dei pastori sardi. I primi sono arrivati colpiti dalle gelate e dalla Xylella, che ha distrutto milioni di piante nella regione e ha causato un calo del 70 per cento della produzione. I secondi sono messi in ginocchio delle speculazioni sulla gestione delle quote, esasperati di fronte a compensi inferiori a 60 centesimi al litro, anche al di sotto dei costi di produzione.

Di fronte a quelli che considerano ritardi e rimpalli di responsabilità, agricoltori e pastori hanno lasciato le proprie aziende per cercare di salvare l’economia di interi territori e fare conoscere alle istituzioni nazionali la tragedia delle piante che muoiono e del latte sottopagato.

“Rispetto per la tragedia dei pastori sardi”, si legge su uno striscione messo accanto ai bidoni di latte accatastati, mentre alcuni manifestanti regalano pecorino romano nella pizza riempita di palloncini, bandiere e gilet. E non solo: “Chiudiamo i porti al falso olio italiano”, “Senza agricoltura non si mangia”, “Fermiamo la Xylella”, “Burocrazia fa più danni delle calamità”, si continua a leggere sui cartelloni.

“L’obiettivo è garantire un futuro a un settore strategico per il Made in Italy e difendere il lavoro, l’economia e il territorio. Sono attesi anche rappresentanti istituzionali”, sostiene la Coldiretti.

Savino Muraglia, presidente della Coldiretti Puglia, ha aggiunto che a causa delle gelate e della Xylella, “che avanza inarrestabile distruggendo milioni di ulivi in Puglia, abbiamo avuto un calo del 70 per cento della produzione di olio nella nostra regione, con punte del 90 per cento”, sottolineando che “la Xylella attanaglia il territorio del Salento e non colpisce solo l’olivicoltura, ma anche il turismo e quindi servono risposte da parte del governo”.

Secondo la Coldiretti, nei giorni di protesta circa un milione di litri di latte è stato lavorato per essere dato in beneficienza, dato in pasto agli animali o gettato. Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini ha chiesto di procedere immediatamente al commissariamento del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop, responsabile con le sue scelte del crollo del mercato che ha messo in ginocchio gli allevatori. “Pastori alla fame: commissariamo il Consorzio del pecorino Romano”, si legge in un cartello.

Il governo cerca di rassicurare e annuncia la convocazione di un tavolo per il 21 febbraio. Ma la protesta in Sardegna continua e arriva fino al Sarrabus, nella parte sud-orientale dell’isola, dove un centinaio di pastori si sono trovati in presidio con i sindaci della zona per dare vita a una protesta pacifica nella quale lavorare il latte, preparare ricotta e formaggio e distribuirlo ai cittadini. La parte restante sarà versata a terra.

“I sindaci sono uniti accanto ai pastori in questa battaglia in gioco c’è il frutto del loro lavoro e l’economia delle loro famiglie”, ha detto il primo cittadino di Castiadas Eugenio Murgioni.

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