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Cosa vuol dire che il governo proroga di 15 anni le concessioni balneari e perché l’Ue è contraria

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 19 Dic. 2018 alle 14:25 Aggiornato il 19 Dic. 2018 alle 14:27

Il governo ha annunciato la proroga per altri 15 anni delle concessioni balneari, eliminando gli effetti della direttiva Bolkestein sugli stabilimenti.

La notizia è stata data dai capigruppo della Lega di Camera e Senato: “Le concessioni balneari escono dalla Bolkestein grazie all’impegno della Lega. Diamo così una risposta importante che offre un po’ di certezza alla categoria”.

“Era una mia priorità su cui ho messo la faccia e mi sono battuto. Oggi posso finalmente dire che per il mondo balneare siamo riusciti a muovere qualcosa ed a portare a casa la prima vittoria perché per i prossimi 15 anni il comparto è escluso dalla direttiva Bolkestein”, ha invece affermato il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio .

Grazie al rinnovo, gli imprenditori che gestiscono spiagge e stabilimenti potranno mantenere le loro concessioni senza il rischio che queste vengano messe a gara.

Gli stabilimenti in Italia –  I lidi sorgono su territorio demaniale, su spiagge cioè che non possono essere vendute ma solo date in affitto (o in concessione). Per anni, i proprietari degli stabilimenti balneari hanno visto le loro concessioni rinnovarsi quasi automaticamente a prezzi di affitto bassi.

La direttiva Bolkestein invece prevede che le concessioni dei balneari devono essere messe a gara con l’obiettivo di aprire il settore alla concorrenza e migliorare i servizi per i cittadini, andando quindi contro gli interessi di chi da anni ha in concessione le spiagge italiane.

La direttiva – La direttiva Bolkestein, approvata nel 2006, ha come obiettivo quello di stabilire la parità di tutte le imprese e dei professionisti nell’accesso ai mercati dell’Ue e interessa solo relativamente gli stabilimenti balneari.

Secondo la norma europea, i servizi e le concessioni pubbliche devono essere affidati ai privati tramite gare che prevedano regole equilibrate e che siano pubblicizzati a livello internazionale.

Sono in molti ad essersi espressi negativamente in merito alla direttiva, soprattutto in Italia. Inoltre, c’è chi pensa che non ci sia alcuna utilità nel mettere a gara gli spazi demaniali dati in concessione agli stabilimenti balneari e ancora meno che gli si dia una visibilità internazionale.

Le concessioni balneari dovrebbero invece essere gestite dai singoli paesi.

La risposta dell’Ue  – Tuttavia, la proroga delle concessioni balneari senza gara per un periodo di 15 anni, inserito in un emendamento alla manovra, va contro il Trattato dell’Unione europea.

La Corte di Giustizia europea infatti ha confermato che “l’estensione automatica di autorizzazioni esistenti” per le concessioni balneari “senza una procedura di selezione per potenziali candidati” va contro la direttiva sui Servizi.

Per ora la Commissione Ue non si è espressa in merito, in attesa che l’emendamento venga effettivamente approvato.

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