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La procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per Marco Cappato per la morte di dj Fabo

Cappato è indagato in relazione alla morte avvenuta ricorrendo al suicidio assistito di Fabiano Antoniani. La richiesta dovrà essere valutata dal gip

Di TPI
Pubblicato il 2 Mag. 2017 alle 18:51

La procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per Marco Cappato, indagato per aiuto al suicidio in relazione alla morte avvenuta in Svizzera di dj Fabo a fine febbraio 2017. La richiesta dei pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini dovrà essere valutata dal gip.

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Secondo i pm, Marco Cappato ha aiutato Fabiano Antoniani a esercitare il suo diritto “alla dignità umana” che va bilanciato con il diritto alla vita, motivo per cui hanno chiesto l’archiviazione per Cappato, accusato di aiuto al suicidio, e che, secondo la procura, avrebbe svolto una condotta che si è limitata al solo trasporto di chi voleva esercitare un proprio diritto.

Il 28 febbraio 2017, il giorno dopo la morte in una clinica vicino a Zurigo di dj Fabo per suicidio assistito, l’esponente radicale e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni si era autodenunciato ai carabinieri della compagnia Duomo di Milano per avere accompagnato dal capoluogo lombardo in auto fino in Svizzera il 39enne cieco e tetraplegico da 3 anni. 

“Le pratiche di suicidio assistito non costituiscono una violazione del diritto alla vita quando siano connesse a situazioni oggettivamente valutabili di malattia terminale o gravida di sofferenze o ritenuta intollerabile o indegna dal malato stesso”, si legge nella richiesta di archiviazione per Marco Cappato. Per i pm la giurisprudenza “ha inteso affiancare al diritto alla vita tout court il diritto alla dignità della vita inteso come sinonimo dell’umana dignità”.

Nella richiesta i pm fanno riferimento anche alla Corte europea dei Diritti dell’uomo e alla Cassazione sul caso di Eluana Englaro e al gup di Roma sul caso Welby.

Cappato ha fatto sapere che continuerà “l’azione di aiuto alle persone che vogliono ottenere l’interruzione delle proprie sofferenze, eventualmente anche attraverso l’assistenza medica alla morte volontaria in Svizzera”. 

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