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Primarie Pd 2019: un confronto con quelle del 2017 | Risultati e affluenza

Di Laura Melissari
Pubblicato il 4 Mar. 2019 alle 20:20 Aggiornato il 4 Mar. 2019 alle 20:30

L’obiettivo delle primarie Pd 2019 era superare 1 milione di votanti. Obiettivo che non solo è stato raggiunto, ma anche abbondantemente superato.(Qui i risultati nel dettaglio)

Primarie Pd confronto con il 2017 | I dati

Nel 2017 erano stati 1.848.658 i votanti.

Questi i risultati:

Matteo Renzi ottenne 1.283.389 voti, pari al 70.01 per cento, Andrea Orlando si aggiudicò 357.526 voti (19,50 per cento), mentre Michele Emiliano ottenne 192.219 voti (10,49 per cento).

In totale vi furono 15.524 tra schede bianche e nulle.

Nicola Zingaretti ottiene la leadership del partito con il 66 per cento dei consensi, percentuale più bassa di quella di Renzi nel 2017. Il secondo classificato, Maurizio Martina si attesta sul 21 per cento, mentre Roberto Giachetti si aggiudica il 12 per cento dei voti.

Il numero totale dei votanti del 3 marzo 2019 non è ancora stato comunicato definitivamente, ma secondo i dati parziali con il 93 per cento dei seggi scrutinati sarebbero leggermente inferiori a 1,8 milioni del 2017. Si attendono i dati definitivi, che giungeranno nelle prossime ore.

Primarie Pd confronto con il 2017 | L’affluenza

Il dato dell’affluenza è in costante calo dal 2005, primo anno in cui si sono tenute le primarie dei dem. Nel 2005 si recarono alle urne oltre 6 milioni di elettori, per poi scendere a 3,5 nel 2007, 3,1 nel 2009 e nel 2012, 2,8 nel 2013 e infine 1,8 nel 2017.

Il dato del 2019 arresta il calo, facendo registrare un’affluenza di poco inferiore a quella della tornata precedente: si parla di 1,6 milioni di votanti.

Primarie Pd confronto con il 2017 | I dati per regione

In Umbria l’affluenza è scesa da 40 mila del 2017 a 30.700 votanti. Stesso trend in Basilicata, dove il numero dei votanti crolla da 41.500 a 15.600 votanti. Andamento opposto in Molise, dove si è registrato oltre il 20 per cento di elettori in più delle due primarie precedenti.

Negli 80 seggi aperti sono andati a votare circa 14.500 persone, contro gli 11.813 del 2017 e i 12.385 del 2013. Una affluenza inaspettata.

Votanti in calo in Puglia, dove hanno votato più di 80mila elettori, ma molti di meno rispetto al 2017, quando però era candidato Michele Emiliano, governatore della regione. In quell’occasione furono oltre 143mila.

Nel Lazio, regione governata da Zingaretti, l’affluenza è cresciuta rispetta alla scorsa tornata, con 92mila votanti a Roma e 190mila nel Lazio, contro il 177mila del 2017. Il neo segretario ha ottenuto risultati superiori alla media nazionale.

Dati in crescita rispetto al 2017 anche in Piemonte e a Torino, dove il numero dei votanti è cresciuto del 102 per cento.

L’affluenza in Toscana si è attestata intorno ai 160mila votanti.

Anche in Sicilia alta l’affluenza e grande successo per Zingaretti. A Palermo i votanti sono stati oltre 15mila.

A Bologna hanno votato 50mila persone. Il dato della regione Emilia Romagna è in calo rispetto al 2017: 141.101 votanti contro i 215.958.

A Milano si è registrato il 9,5 per cento in più rispetto al 2017: nei 351 seggi hanno votato 96.874 persone.

Crescita dell’affluenza anche a Genova, dove hanno votato oltre 20mila persone, più di quelle che si recarono alle urne nel 2017.

In Campania ci sono stati oltre 80mila voti.

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