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Perché il presidente dell’Inps vuole cambiarne il nome

Il presidente dell'Inps Tito Boeri ha chiesto che venga cambiata la denominazione dell'Istituto, sostituendo la parola previdenza con protezione, perché corrisponda maggiormente a ciò di cui effettivamente si occupa

Di Laura Melissari
Pubblicato il 4 Lug. 2017 alle 19:11

Cambiare la denominazione dell’Istituto nazionale della previdenza sociale in Istituto nazionale della protezione sociale. Lo ha chiesto oggi, 4 luglio 2017, il presidente dell’Inps Tito Boeri, in occasione della presentazione del Rapporto annuale dell’Istituto.

“Come Istituto Nazionale della Protezione Sociale, chiediamo al Parlamento di cambiare la denominazione del nostro Istituto perché corrisponda maggiormente a ciò che effettivamente facciamo ogni giorno. Bastano quattro righe: L’Istituto nazionale della previdenza sociale – INPS è rinominato Istituto nazionale della protezione sociale – INPS”, chiede Boeri.
Non ci sarebbero oneri aggiuntivi per la finanza pubblica dal momento che non servirà neanche cambiare l’acronimo sulle sedi.
Il motivo, come ha spiegato Boeri, è che attualmente sono 440 le prestazioni erogate dall’Istituto, di cui solo 150 di natura strettamente previdenziale. Tra le prestazioni sono state recentemente introdotte il Bonus mamma, l’Anticipo pensionistico sociale e l’Anticipo pensionistico volontario, il nuovo contratto di prestazione occasionale, PRESTO, le visite fiscali nel pubblico impiego che partiranno da settembre.
Dal 2018 l’Inps sarà inoltre l’ente concessorio del Reddito di Inclusione Si tratta di prestazioni di natura non strettamente previdenziale. L’Inps ormai è l’amministratore cardine dei servizi rivolti a cittadini e alle famiglie, in senso ampio.
“Non siamo perciò più solo erogatori di pensioni. I cittadini devono sapere che sono nostri “clienti” fin dalla nascita, spesso anche prima, non solo quando si ritirano dalla vita attiva. Siamo il grande Istituto della protezione sociale in Italia e siamo orgogliosi di esserlo. Fornire protezione sociale è la missione scelta consapevolmente da ogni dipendente dell’Inps, dal primo all’ultimo”, ha aggiunto Boeri.
L’Inps è l’Istituto nazionale della previdenza sociale presso cui debbono essere obbligatoriamente iscritti tutti i lavoratori dipendenti pubblici o privati e la maggior parte dei lavoratori autonomi, che non abbiano una propria cassa previdenziale autonoma. L’Inps è sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’attuale denominazione risale al 1943.
L’attività principale è quella di garantire il servizio pubblico consistente nelle prestazioni previdenziali contemplate nell’art. 38 della Costituzione:
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L’assistenza privata è libera.
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