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Fermati gli aggressori di Daisy Osakue: “Lo abbiamo fatto per goliardia”

I carabinieri hanno fermato tre ragazzi italiani residenti a Vinovo, La Loggia e Moncalieri, che hanno utilizzato una Fiat Doblò intestata al padre di uno di loro

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 2 Ago. 2018 alle 18:28 Aggiornato il 2 Ago. 2018 alle 18:33

Nella mattina di oggi, 2 agosto 2018,  i carabinieri di Moncalieri hanno identificato gli autori dell’aggressione, avvenuta tra il 29 e il 30 luglio, e che ha visto coinvolta l’atleta Daisy Osakue.

La ragazza era stata colpita a un occhio da un uovo lanciato da un’auto in corsa.

I carabinieri hanno fermato tre ragazzi italiani residenti a Vinovo, La Loggia e Moncalieri, che hanno utilizzato una Fiat Doblò intestata al padre di uno di loro.

I tre hanno raccontato ai carabinieri di aver lanciato le uova per semplice “goliardia”.

Inizialmente si pensava che si trattasse di un caso di razzismo, come la stessa Daisy aveva affermato.

“Penso sia un’aggressione razzista anche se non amo usare questa categoria. Quella è una zona di prostitute di colore, credo mi abbiano scambiata per una di loro, non penso sapessero chi sono. Hanno visto una persona di colore in quel punto lì e mi hanno colpita”.

Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Torino ed erano state avviate subito dopo le prime dichiarazioni rilasciate dall’atleta.

A causa dell’aggressione, Daisy adesso rischia di non poter partecipare gli Europei di Berlino.

Il veicolo da cui è stato condotto l’attacco contro la ragazza era stato segnalato in precedenza da una donna residente a Moncalieri, che qualche giorno prima era stata vittima di un analogo episodio di violenza.

I carabinieri hanno visionato i filmati delle videocamere di sorveglianza dei vari negozi e di quelle posizionate nelle rotatorie nella zona in cui è avvenuta l’aggressione.

In questo modo sono stati in grado di risalire al numero di targa del veicolo.

Nella mattina, i militari si sono recati presso l’abitazione del proprietario dell’auto a Vinovo.

La vettura che i carabinieri stavano cercando era parcheggiata sotto casa e aveva evidenti striature di residui di uova sulla fiancata destra.

Il proprietario è stato accompagnato in caserma, in cui ha spiegato che la vettura è saltuariamente utilizzata dal figlio 19enne.

Il ragazzo, in presenza del suo avvocato, ha poi ammesso di aver lanciato le di uova, almeno 7 in due mesi e ha fornito alle autorità anche i nomi di due amici che, una volta in caserma, hanno ammesso le loro responsabilità.

 

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