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Crollo ponte Morandi, nella commissione d’inchiesta c’è un investigatore che lavorava per Autostrade

Credit: Afp

Fabrizio Gatti ricostruisce su L'Espresso le passate prestazioni lavorative di Bruno Santoro, selezionato dal ministero delle Infrastrutture per indagare sul cedimento del viadotto. L'ingegnere avrebbe ricevuto 70mila euro dall'azienda per prestazioni professionali private

Di Marta Facchini
Pubblicato il 21 Ago. 2018 alle 09:35 Aggiornato il 21 Ago. 2018 alle 09:46

Cade una nuova tegola sulla commissione, voluta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che sta conducendo l’inchiesta tecnica e amministrativa sul disastro del ponte Morandi di Genova.

Come rivela Fabrizio Gatti sul L’Espresso, sul crollo del viadotto sta indagando anche Bruno Santoro – ingegnere 50enne e dirigente del ministero delle Infrastrutture – che avrebbe ricevuto 70mila euro da Autostrade per l’Italia per prestazioni professionali private. Fino al 2013 sarebbe stato pagato dalla società di gestione accusata dal governo di essere responsabile della strage.

Santoro è uno degli ispettori scelti di persona dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. “Una doppia singolarità”, scrive Gatti, perché Santoro, dopo la fine del rapporto con Autostrade, è stato dal 2015 al 2018 direttore della “Divisione 3 – Qualità del servizio autostradale” nella Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali.

Poi, dal marzo 2018 ha ricoperto il ruolo di direttore della “Divisione 1 – Vigilanza tecnica e operativa della rete autostradale in concessione” nella stessa Direzione generale del ministero.

Nella commissione nominata da Toninelli, formata da sei commissari, tre sono “stati direttamente testimoni dei rapporti dello Stato con società Autostrade o delle procedure che non hanno impedito il disastro: un eufemismo per dire che prima o poi dovranno esaminare anche il proprio operato”.

Gatti si riferisce anche all’architetto Roberto Ferrazza, provveditore per le opere pubbliche di Piemonte-Valle d’Aosta-Liguria, e al professore associato della facoltà di ingegneria dell’Università di Genova, Antonio Brencich. Il terzo tra i sei commissari è invece il dirigente della Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali.

Ferrazza e Brencich hanno firmato il verbale del comitato tecnico amministrativo che ha approvato il progetto di ristrutturazione del ponte Morandi anche se erano consapevoli della “riduzione d’area totale dei cavi dal 10 al 20 per cento” e nonostante la rivelazione di “alcuni aspetti discutibili per quanto riguarda la stima della resistenza del calcestruzzo”.

Nessuno dei due, scrive Gatti, ha ritenuto di “dover prescrivere misure di sicurezza come la deviazione del traffico pesante e la riduzione delle corsie di marcia in attesa del completamento dei lavori. Esattamente come era invece accaduto prima delle opere di rinforzo realizzate circa vent’anni fa”.

Santoro compare nell’elenco del ministero delle Infrastrutture per gli “Incarichi autorizzati e conferiti ai dipendenti nel corso dell’anno 2009”. L’incarico, nella forma di una prestazione occasionale per “Direzione e coordinamento lavori, collaudo e manutenzione opere pubbliche”, è iniziato il 30 ottobre 2009 e terminato il 30 ottobre 2012. La prestazione è stata retribuita al dirigente da “Autostrade per l’Italia” con un importo di cinquantamila euro.

Santoro ha poi ricevuto, sempre dal ministero, un incarico analogo dal 13 gennaio 2010 al 13 gennaio 2013 per un ulteriore compenso di ventimila euro. “Un totale di settantamila euro in quattro anni”, scrive Gatti.

Negli stessi anni Santoro è stato anche in servizio al Consiglio superiore dei lavori pubblici, dove ha ricoperto il ruolo di segretario della prima sezione che si occupa anche dei pareri sui progetti di infrastrutture strategiche pubbliche o private di interesse nazionale. È stato anche relatore di pareri dell’assemblea generale del Consiglio, coordinatore tecnico e anche consigliere della quinta sezione specializzata in infrastrutture stradali.

“Gli incarichi professionali non vengono conferiti al superamento di concorsi pubblici aperti a tutti ma grazie ai buoni rapporti personali tra dirigenti e aziende private, in questo caso “Autostrade per l’Italia”, società che appartiene alla galassia della famiglia Benetto”, scrive Gatti. “Si tratta di attività legali e autorizzate dal ministero. Non sappiamo però se, al momento della nomina nella commissione d’inchiesta, Bruno Santoro abbia informato il ministro del suo passato rapporto professionale per settantamila euro con l’azienda su cui dovrebbe oggi indagare”.

Santoro non ha ancora risposto alle domande de L’Espresso.

Il ministro Toninelli ha invece risposto: “gli incarichi sono stati regolarmente autorizzati anni fa dall’amministrazione all’epoca in cui l’ingegner Santoro era in servizio presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici. L’ingegner Bruno Santoro è dirigente della Divisione 1 della Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali dal 23 marzo u.s., divisione che non ha alcuna competenza su tali progetti di manutenzione straordinaria”.

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