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Pier Luigi Bersani, il mago serio

Un profilo politico del socialdemocratico di Bettola, secondo il Frankfurter Allgemeine

Di Amedeo G. Goria
Pubblicato il 27 Feb. 2013 alle 12:07 Aggiornato il 28 Nov. 2018 alle 14:00

Pier Luigi Bersani il mago serio

Pier Luigi Bersani, il socialdemocratico figlio di un benzinaio, voleva diventare primo ministro, ma è stato messo sotto scacco dallo stile berlusconiano. Questo il commento del Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Tra la curiosità e l’ironia, il più importante quotidiano della capitale finanziaria della Bundesrepublik traccia un identikit del socialdemocratico di Bettola, Pier Luigi Bersani, come politico agli antipodi del modello Berlusconi.

“Io non voglio fare una politica distaccata. Qui si tratta del benessere degli uomini e delle donne, in ogni posto, in ogni città; questa è l’Italia in Europa”, ha dichiarato il leader del Pd al Frankfurter. Bersani è un politico di professione, privo di pomposità e della capacità di fare sfoggio di qualcosa, commenta il corrispondente Jörg Bremer. È tanto pragmatico da risultare noioso a molti italiani.

Dopo alcuni anni come insegnante è entrato in politica risalendo fino a diventare ministro di Prodi. In quell’apparato ha lottato per liberarsi dalle radici comuniste e ha preferito sempre essere un combattente solitario. Tuttavia Bersani è noto per la sua tendenza a indugiare, “tra il grosso mento e l’ampia fronte si incastra la sua bocca, da cui escono parole sempre attentamente soppesate”.

Per il Frankfurter Allgemeine Bersani riassume i suoi obiettivi in una sola frase: politica contro il populismo e per un’Italia forte in Europa. Parole sante per l’opinione pubblica tedesca.

All’inizio i sondaggi non avevano dubbi: Bersani in alleanza con Sel avrebbe governato il Paese. Eppure “non è riuscito a prefigurare un futuro per l’Italia”. In campagna elettorale Berlusconi e Grillo lo hanno costretto continuamente sulla difensiva. Avrebbe voluto parlare di temi concreti, ma le sue domande sono sempre cadute nel vuoto. “Per questo è sempre corso dietro alle fantasie irrealistiche degli altri”.

“C’è stato molto chiasso, ma nessun argomento”, ha dichiarato Vendola in questi giorni. Alla fine della campagna elettorale Bersani era tanto stanco quanto sollevato: “Non volevo cadere nella demagogia e raccontare storielle agli italiani”, ha raccontato. “Può essere orgoglioso di esserci riuscito”, conclude con un poco di ironia Jörg Bremer.

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