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Cos’è il piano Kalergi, la teoria del complotto sugli immigrati a cui crede Salvini

Il filosofo austriaco paneuropeista Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, da cui prende il nome la teoria del complotto.

La bufala gira da anni e vuole fare credere che dietro l'immigrazione ci sia un complotto organizzato dalle élite per la sostituzione etnica

Di Viola Stefanello
Pubblicato il 27 Ago. 2018 alle 07:07 Aggiornato il 27 Ago. 2018 alle 11:24

La sinistra “sta usando la bassa natalità come scusa per importare i migranti”, ha detto il ministro dell’interno leghista Matteo Salvini in una recente intervista al Sunday Times.

È un’affermazione in linea con molti dei pensieri espressi da Salvini, prima come leader della Lega e poi come membro del governo. Ma rispecchia anche quanto affermato da una famosissima teoria del complotto che gira da anni online: quella del piano Kalergi.

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Cosa dice la teoria del complotto sul piano Kalergi

Secondo questa teoria complottista, esisterebbe un piano organizzato dalle élite europee per incentivare l’immigrazione africana e asiatica verso l’Europa al fine di rimpiazzare la popolazione autoctona.

La teoria è stata elaborata per la prima volta dal negazionista austriaco Ger Honsik, noto per aver pubblicamente negato la verità storica sull’Olocausto diverse volte, nel suo libro Addio Europa, e non si basa su alcuna prova tangibile.

Nel libro, il negazionista prende in rassegna, rielabora e decontestualizza delle idee appartenenti al filosofo austriaco Richard Nikolaus di Codenhove-Kalergi, un idealista utopico austriaco che, tra le due guerre mondiali, aveva individuato come soluzione all’avanzata del fascismo e del nazionalismo la nascita di una confederazione degli stati europei.

All’interno della propria opera Pan-Europa. Un grande progetto per l’Europa unita, Kalergi aveva fin dalla fine della prima guerra mondiale scritto che l’integrazione continentale era la via da seguire per favorire la pacifica convivenza tra i popoli europei.

In un’altra opera del 1925, Praktischer Idealismus, Kalergi distingueva tra “uomo rustico”, forte di volontà, debole di spirito e figlio dell’endogamia (ovvero relazioni tra persone della medesima etnia) e “uomo urbano”, frutto della mescolanza razziale, povero di carattere ma ricco di spirito. Kalergi diceva di preferire quest’ultimo, in quando più propenso al mantenimento della pace.

Da questi due concetti, Honsik negli anni ’90 ha cominciato a concepire questa teoria del complotto secondo la quale Kalergi era a capo di un complotto per annullare le identità nazionali e locali e imporre un meticciato etnico.

Il fine, secondo questa teoria del complotto, sarebbe quella di compiere un vero e proprio genocidio dei popoli europei, da sostituire con quelli asiatico-africani ottenendo un’etnia indistinta di docili consumatori piegati al volere di non meglio precisate élite.

In realtà, le opere di Kalergi vanno chiaramente inquadrate nell’epoca storica in cui viveva e non decontestualizzate a piacere.

Il filosofo austriaco, infatti, nella cornice di un’Europa distrutta dalla guerra nei primi decenni del ventesimo secolo si limitava a criticare l’ideale della razza superiore portata avanti dal nazionalismo tedesco e del superuomo di Nietzsche, in favore di un uomo nuovo più pacifista.

Inoltre, Kalergi nel suo Pan-Europa non ha mai teorizzato un’egemonia piegata alle élite, ma piuttosto una confederazione di stati in cui le varie potenze europee avrebbero mantenuto la propria sovranità individuale e la propria cultura.

D’altronde, all’epoca in cui scriveva l’autore pan-europeista le migrazioni extra-europee quasi non esistevano ed è quindi assurdo imputare a lui la nascita di un complotto internazionale per realizzare il genocidio degli europei.

L’intellettuale austriaco era, tra l’altro, già diventato un capro espiatorio mentre era in vita: Hitler una volta lo definì “quel bastardo di Coudenhove-Kalergi”, e veniva accusato di voler indebolire la purezza delle razze europee in favore dell’Unione Sovietica e gli Stati Uniti. Accusato di essere un ebreo e un massone, venne costretto a fuggire prima in Francia e poi negli stessi USA.

 

I politici e intellettuali della destra italiana che credono al complotto del Piano Kalergi

Questa teoria del complotto ha cominciato a essere condivisa in Italia nel periodo di grande instabilità economica e di insicurezza sociale in seguito alla recessione del 2007 e, in seguito, all’afflusso di migliaia di migranti e rifugiati in fuga dalle guerre o dalle precarie condizioni economiche nei loro paesi d’origine, in Africa o Asia.

Il primo libro italiano dedicato al tema risale al 2015: “La verità sul Piano Kalergi. Europa, inganno, immigrazione” di Matteo Simonetti, edito per una piccola casa editrice. In precedenza l’idea si era già fatta strada in diversi siti di “controinformazione” molto frequentati dall’estrema destra italiana.

Da allora, la teoria è stata diffusa soprattutto dall’allora Lega Nord e da diversi gruppi populisti di destra, oltre a diversi personaggi molto vicini alla destra nazionalista, come Diego Fusaro, Magdi Allam e il cantautore Povia.

Ma a crederci era anche l’ex responsabile della comunicazione del Movimento 5 Stelle Claudio Messora.

L’ex presidente della camera Laura Boldrini è uno dei personaggi che più vengono associati dai complottisti al piano Kalergi.

È stata adattata al caso. Così, secondo la teoria del complotto, esisterebbe un piano da lungo programmato, voluto e incentivato da una non meglio definita élite per sostituire la “razza europea” tramite la migrazione di massa, per giungere a un “gregge multietnico senza qualità e senza coscienza”, come lo chiama Diego Fusaro, uno dei principali sostenitori della teoria in Italia.

La teoria è sbarcata nell’opinione pubblica anche grazie a un servizio de La Gabbia dedicato all’ex presidente della Camera: “Il piano della Boldrini per la grande invasione”.

Il principale esponente della Lega, Matteo Salvini, ha spesso pronunciato frasi che si rifanno a questa teoria. Già nel 2016, Vice aveva raccolto diverse sue affermazioni chiaramente legate a questa bufala.

Nell’agosto 2016, ad una festa leghista a Ponte di Legno, Salvini aveva ad esempio evocato lo scenario del “tentativo di genocidio delle popolazioni che abitano l’Italia da qualche secolo e che qualcuno vorrebbe soppiantare con decine di migliaia di persone che arrivano da altre parti del mondo”.

Nel febbraio 2015 aveva già detto che “è in corso un’operazione di sostituzione etnica coordinata dall’Europa”, mentre in un’intervista a SKyTg24 aveva parlato addirittura di un “tentativo di genocidio”. “C’è chi pensa di importare nuovi schiavi […] per sostituirli con gli italiani,” aveva aggiunto.

In questo contesto, l’intervista rilasciata al Sunday Times appare come l’ultima affermazione shock che ammicca al piano Kalergi e che imputa ad una non meglio definita “sinistra” la colpa di star “importando i migranti”.

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