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“Galline chiuse in gabbie minuscole, non possono nemmeno muovere le ali”: la petizione contro Starbucks

Credit: Selena Magnolia

Una raccolta firme su Change.org chiede al colosso del caffè di abbandonare l'uso delle uova di galline allevate in gabbia nella propria filiera

Di Marco Nepi
Pubblicato il 4 Mar. 2019 alle 13:27 Aggiornato il 6 Mar. 2019 alle 12:02

Una campagna internazionale, lanciata su Change.org da Open Wing Alliance, chiede a Starbucks di abbandonare del tutto l’utilizzo delle uova di galline allevate in gabbia nella propria filiera. Una denuncia sentita, visto che finora sono state finora raccolte 250mila firme, che dal colosso del caffè esige anche una maggiore trasparenza.

La petizione, alla quale hanno aderito più di 50 organizzazioni tra cui Animal Equality Italia, denuncia la mancanza di coerenza di Starbucks che “se dichiara di essere consapevole della propria ‘responsabilità nel fare del bene’ alla società attraverso azioni capaci di stabilire elevati standard a livello mondiale” nei fatti viene meno alle sue promesse perché l’impegno a non usare uova di galline allevate in gabbia “include i soli negozi gestiti direttamente dall’azienda ed esclude tutti quelli in franchising”.

“Un terzo dei punti vendita Starbucks in tutto il mondo continuerà così a utilizzare uova prodotte in allevamenti in cui le galline passano tutta la vita in “gabbie minuscole, in cui non possono nemmeno spiegare completamente le loro ali”, spiegano i firmatari dell’appello.

Matteo Cupi, Direttore Esecutivo di Animal Equality Italia, ha evidenziato che “Starbucks è un’azienda con ramificazioni enormi in tutto il mondo e ha davvero un potenziale incredibile. Il mondo sta realmente guardando a Starbucks come modello per stabilire degli standard di benessere animale che possano finalmente cancellare per sempre le gabbie, uno degli abusi più gravi dell’industria alimentare, ma la strada è ancora lunga”. Per questo Animal Equality ha deciso di prendere parte alla campagna internazionale lanciata da Open Wing Alliance per informare i consumatori circa  la mancanza di trasparenza della multinazionale, da poco anche in Italia.

Gli autori della petizione concludono affermando che “centinaia di aziende, fra cui alcune fra le più grandi al mondo come Unilever, Nestlè, Kraft Heinz e Mondelez, Subway, hanno già preso un impegno ad abbandonare al 100 per cento  delle uova provenienti da galline allevate in gabbia: è ora che Starbucks dimostri di essere all’altezza delle proprie dichiarazioni, pubblicando una politica aziendale che includa il 100 per cento dei punti vendita in tutto il mondo”.

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