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Perché odiamo riascoltare la nostra voce

Quando sentiamo il suono della nostra voce registrata è probabile che non ci piaccia per nulla. Un video spiega la ragione scientifica per cui questo accade

Di Vittoria Vardanega
Pubblicato il 17 Giu. 2015 alle 11:07

Quando sentiamo la nostra voce registrata, è probabile che ci sembri molto diversa da come siamo abituati a sentirla, e che non ci piaccia per nulla.

Esiste una ragione scientifica molto semplice in grado di spiegare questa differenza. In questi due casi, infatti, il suono viene percepito attraverso canali diversi.

Quando sentiamo la voce altrui, o la nostra voce registrata, i suoni arrivano alle orecchie solamente tramite conduzione aerea, ovvero attraverso l’aria.

I suoni raggiungono prima l’orecchio esterno, e poi i timpani, facendoli vibrare. Queste vibrazioni passano per l’orecchio interno, e arrivano infine al cervello. 

Quando parliamo, invece, non udiamo il suono della nostra stessa voce solamente in questo modo, ma anche tramite quella che viene chiamata conduzione ossea.

In questo caso, le vibrazioni causate dal movimento delle corde vocali raggiungono l’orecchio interno e il cervello attraverso le ossa del cranio.

Le basse frequenze vengono trasmesse in modo più efficace dalle ossa del cranio che dall’aria, ed è per questo che quando parliamo la nostra voce ci sembra più profonda e intensa di quanto non sia in realtà. 

Qui sotto, un video spiega perché odiamo il suono della nostra voce registrata 

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