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Roma, tre pedoni uccisi in due giorni: perché spostarsi a piedi è diventato così pericoloso

Nella capitale, tra coloro che si spostano a piedi, più morti che a Milano e Torino messe insieme: vittime soprattutto anziani, colpa di strade trafficate e dissestate

Di Massimo Ferraro
Pubblicato il 14 Ott. 2018 alle 12:00 Aggiornato il 14 Ott. 2018 alle 12:07

Nel fine settimana tra il 6 e il 7 ottobre 2018 a Roma tre pedoni sono stati investiti e uccisi in altrettanti incidenti stradali in punti diversi della città.

Sabato 6 un bus turistico ha travolto un uomo nella centralissima via Cavour, mentre il giorno successivo a perdere la vita sono stati un 72enne inglese e un giovane romano di 18 anni, investiti da due auto rispettivamente i via zona Bocca della Verità e in via Nomentana.

Sabato 14 ottobre una donna è stata investita da un minivan turistico in Largo Brancaccio mentre attraversava sulle strisce pedonali. La donna è stata soccorsa e trasportata al vicino ospedale San Giovanni. Le sue condizioni non sono gravi.

La concomitanza ha riportato in primo piano il tema della sicurezza stradale per coloro che si spostano a piedi. Eppure i numeri dicono che tre morti in due giorni è un dato in linea con la media nazionale.

Nel corso del 2017, infatti, secondo l’Istat, sono stati 600 i pedoni vittime di incidenti stradali in Italia, vale a dire appunto circa tre ogni due giorni.

Il trend è in leggero aumento rispetto al 2016, quando peraltro si registrò uno dei risultati meno negativi degli ultimi trent’anni: 570 morti.

Roma detiene di gran lunga il primato nazionale per numero di pedoni vittime della strada: nella capitale ogni anno muoiono più persone attraversando la strada che a Milano e Torino messe insieme.

Da inizio 2018 nella capitale sono stati circa una quarantina i pedoni coinvolti in incidenti mortali: un numero che non si discosta da quanto accaduto nel 2017, quando le vittime nell’interno anno furono 49.

Una delle cause più frequenti di questi incidenti è il mancato rispetto da parte dell’automobilista della precedenza sulle strisce pedonali.

A farne le spese, nella maggior parte dei casi, sono persone over 65: dei 128 pedoni investiti fatalmente nelle principali città italiane, 87 avevano superato i 65 anni.

Non è casuale che siano i più anziani a registrare i numeri più elevati di mortalità. Con l’età, infatti, da una parte, la gravità delle ferite riportate aumenta. Dall’altra, diminuiscono udito, vista, riflessi. E diventa più difficile percepire il rischio, porre rimedio alla distrazione altrui.

Le difficoltà aumentano nei centri cittadini, dove gli spazi sono più stretti e la visibilità è ridotta.

Quanto a Roma, nella capitale sono diversi i fattori che contribuiscono a far lievitare il dato. A partire dal numero di abitanti, maggiore rispetto alle altre città.

Ma a incidere sono anche la condizione delle strade, tra buche e segnaletica a terra consunta ormai invisibile, la scarsa illuminazione e la presenza massiccia di bus turistici e minivan nelle zone affollate.

Eppure c’è una buona notizia, seppur poco consolante. Nel confronto tra il 2017 e il 2010 i decessi per incidente stradale risultano essersi ridotti del 19,9 per cento a livello europeo e del 17,9 per cento in Italia.

Per quanto riguarda i pedoni, l’anno peggiore è stato il 2002: 1.226 morti. Da allora il numero si è dimezzato, scendendo progressivamente fino al 2013, quando ci sono stati 551 pedoni morti. Da cinque anni il numero delle vittime è tornato a salire.

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