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I parlamentari italiani “senza coraggio” che non vogliono decidere sul testamento biologico

Fabiano Antonioni invoca l'interruzione di vita e invia un nuovo duro video-appello ai parlamentari che hanno rinviato la discussione sul testamento biologico alla Camera

Di TPI
Pubblicato il 7 Feb. 2017 alle 13:01

Lo scorso 30 gennaio la Camera avrebbe dovuto discutere il testo di legge sul testamento biologico ma il parlamento ha rinviato di tre settimane la discussione sulla proposta di legge.

Il testo base, che mette insieme 15 proposte, era stato già approvato all’unanimità e attendeva l’approvazione degli emendamenti nella seduta del 30 gennaio in Commissione affari sociali alla Camera.

Attualmente nell’ordinamento italiano l’eutanasia e il suicidio assistito sono atti entrambi punibili dagli articoli 575, 579, 580 e 593 del codice penale. L’unica discussione parlamentare è quella sul testo di legge sul testamento biologico, denominato Dichiarazioni anticipate di trattamento, per cura della relatrice del Partito Democratico Donata Lenzi.

Di testamento biologico si era tornato a parlare anche in virtù del video appello inviato da Fabiano Antonioni il 19 gennaio.

Fabiano Antonioni (Fabo) è un ragazzo di 39 anni che tre anni fa rimase vittima di un grave incidente stradale, da allora Fabiano vive in un situazione psicofisica che lo costringe a letto e perennemente assistito dai familiari: è cieco e tetraplegico e nonostante svariati tentativi di cure e terapie la sua situazione non è migliorata.

Per questo motivo Fabiano si era rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere l’eutanasia e poter scegliere liberamente sulla propria vita.

Dopo il rinvio del Parlamento, Fabo torna a parlare e commenta amaramente la situazione di stallo riportata dai notiziari: “Ho sentito che il Parlamento ha rinviato di tre settimane la legge sul testamento biologico e c’è il rischio che tutto vada perso. È scandaloso che i Parlamentari non abbiano il coraggio di prendere la situazione in mano per tanti cittadini che vivono come me” e tramite l’Associazione Luca Coscioni che assiste Fabo nella sua battaglia, invia un nuovo accorato appello tramite video:

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