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Papa Francesco: “La famiglia è solo uomo-donna”. Sull’aborto “come i nazisti, ma coi guanti bianchi”

Di Laura Melissari
Pubblicato il 16 Giu. 2018 alle 13:13 Aggiornato il 16 Giu. 2018 alle 13:15

Papa Francesco ha incontrato oggi  i delegati del Forum delle famiglie in Vaticano. “Oggi fa dolore dirlo: si parla di famiglie diversificate, di diversi tipi di famiglia. Sì, è vero che la parola famiglia è analoga” e ci sono “la famiglia delle stelle, la famiglia degli alberi, la famiglia degli animali…” ma “la famiglia, immagine di Dio, uomo e donna, è una sola”.

“Può darsi che non siano credenti, ma se si amano e uniscono in matrimonio sono a immagine e somiglianza di Dio. Per questo il matrimonio è un sacramento grande”, ha proseguito papa Francesco.

Il pontefice ha poi proseguito parlando di aborto. “Ho sentito dire che è di moda, o almeno è abituale che quando nei primi mesi di gravidanza si fanno gli studi per vedere se il bambino non sta bene o viene con qualcosa, la prima offerta è: ‘lo mandiamo via’. L’omicidio dei bambini: per risolvere la vita tranquilla si fa fuori un innocente”.

“Da ragazzo la maestra che faceva storia ci diceva della rupe, per buttarli giù, per salvaguardare la purezza dei bambini. Una atrocità, ma noi facciamo lo stesso”.

“Perché non si vedono nani per la strada? Perché il protocollo di tanti medici dice: viene male, mandiamolo via”. “Il secolo scorso tutto il mondo si è scandalizzato per quello che facevano i nazisti. Oggi facciamo lo stesso ma con i guanti bianchi”.

Tra gli argomenti trattati con i delegati del Forum delle famiglie, anche l’infedeltà coniugale. “Una cosa che nella vita matrimoniale aiuta tanto è la pazienza, sapere aspettare. Ci sono nella vita situazioni di crisi forti, brutte, dove anche arrivano tempi di infedeltà”.

Per Francesco la soluzione è la “pazienza dell’amore che aspetta. Tante donne, ma anche l’uomo talvolta lo fa, nel silenzio hanno aspettato, guardando da un’altra parte, aspettando che il marito tornasse alla fedeltà. La santità che perdona tutto perché ama”.

Papa Francesco, dopo aver seguito un discorso preparato, lo ha messo da parte perché “un po’ freddo”.

“Leggete il quarto capitolo, è il nocciolo dell’Amoris laetitia, parla della spiritualità di ogni giorno. Ma alcuni hanno ridotto questo documento alla casistica del questo si può, questo non si può: non hanno capito nulla. Nell’Amoris laetitia non si nascondono i problemi, a cominciare dalla necessità di aiutare i fidanzati a prepararsi al matrimonio”.

Papa Francesco ha raccontato un episodio: “a Buenos Aires una signora mi ha detto: ‘voi preti siete furbi: per diventare sacerdoti studiate 8 anni e poi se dopo qualche anno la cosa non va fate una bella lettera a Roma che vi da’ il permesso di lasciare e sposarvi. A noi ci danno un sacramento per tutta la vita con solo 3 o 4 conferenze di preparazione, questo non è giusto. C’è bisogno di un catecumenato per il matrimonio. Servono uomini e donne che aiutino i giovani a preparare a maturare. Questo è importante anche per la successiva educazione dei figli. Non è facile educarli, sono più svelti di noi nel mondo virtuale, sanno più di noi”.

“Educare al sacrificio della vita familiare non è facile!”, ha concluso il papa.

La posizione di papa Francesco sugli omosessuali

È di poco tempo fa una notizia che aveva fatto grande scalpore. “Francesco mi ha detto: tu sei gay, non importa. Dio ti ha fatto così e ti ama così e non mi interessa”. 

Sono le parole che Juan Carlos Cruz, vittima di abusi da parte del prete pedofilo cileno Fernando Karadima, ha riportato in seguito a un colloquio telefonico con Papa Francesco.

Si tratterebbe comunque di un’apertura senza precedenti. Anche perché sembra suggerire che l’orientamento sessuale non sia una scelta delle persone ma sia un dono e un disegno di Dio. E questo implica anche che Francesco non creda che le persone scelgano di essere gay o lesbiche, come invece sostengono gli ambienti più ortodossi della Chiesa.

Greg Burke, portavoce del Vaticano, non ha risposto, e non ha chiarito se le frasi riferite da Cruz riportassero fedelmente la sua conversazione con il Papa.

Non è la prima volta che il pontefice esprime un atteggiamento di tolleranza nei confronti dell’omosessualità.

A luglio del 2013, Papa Francesco, replicando alla domanda su una presunta lobby gay in Vaticano, aveva risposto con quell’ormai famoso “chi sono io per giudicare?”.

Queste rivoluzionarie dichiarazioni vanno contro i tradizionali insegnamenti del cattolicesimo che ritiene il sesso gay – e tutto il sesso al di fuori del contesto matrimoniale – un peccato.

Chi conosce bene il Papa, come il suo biografo, Austen Ivereigh, ha spesso ricordato come Francesco avrebbe espresso commenti simili a quelli riferiti da Cruz in altri colloqui privati.

Molti esperti ritengono anche che il pensiero del Papa non rappresenti un reale cambio di rotta rispetto alla dottrina cattolica, perché la chiesa non si è mai pronunciata ufficialmente sull’origine della omosessualità.

Di certo queste osservazioni arrivano in un momento particolare per il Vaticano. Il dibattito è apertissimo. E non solo. Il Papa ha scelto padre James Martin, un gesuita di New York, come consulente della segreteria vaticana per le comunicazioni.

Padre James Martin ha recentemente scritto in un libro che “è dovere della chiesa far sentire i cattolici Lgbt benvenuti ed è necessario smettere di discriminare le persone sulla base della loro moralità sessuale”.

Juan Carlos Cruz, insieme a James Hamilton e José Andrés Murillo, altre due vittime del prete pedofilo cileno Fernando Karadima, a inizio maggio ha trascorso una settimana a Casa Santa Marta con Papa Francesco.

Il Pontefice li aveva invitati a Roma dopo l’esplosione del caso del vescovo Juan Barros, pupillo dello stesso Karadima.

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