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Panem et circenses

Bella e disperata: l'Italia di oggi vista da Roger Cohen, opinionista del New YorkTimes

Di Anna Ditta
Pubblicato il 24 Ott. 2013 alle 10:17

Passare dalla “grande bellezza” alla “grande disperazione” è facile per l’Italia. Facendo un paragone col film di Paolo Sorrentino, candidato al premio Oscar, Roger Cohen, opinionista del New York Times, nel suo ultimo articolo riflette su quella che lui definisce “una strana crisi europea” e lo fa partendo dall’Italia.

Ricordando il rifiuto di Silvio Berlusconi nell’ammettere l’esistenza della crisi economica durante i suoi ultimi anni di governo, Cohen lo considera “un uomo poco serio per tempi molto seri”. Eppure, l’Italia non è affatto un posto frivolo secondo il giornalista, che dichiara di conoscere pochi posti più seri e laboriosi di Torino e Milano. Possibile dunque che Berlusconi sia stato l’interprete più rappresentativo del nostro tempo?

Per Cohen, si è trattato di un “intrattenitore per un’era post ideologica, una figura ingombrante per le masse annoiate e assuefatte dai reality show, un elegante costumista per un mondo in cui l’immagine è tutto”.

Ma Berlusconi non è un caso eccezionale: secondo il giornalista, anche Sarkozy, l’ex presidente francese, ha avuto la stessa attrazione per il denaro, la stessa sete per le luci della ribalta, la stessa adrenalina. I francesi sono passati da un estremo all’altro, avendo scelto poi “Monsieur Normal” (François Hollande), che adesso però non riesce a distrarli sufficientemente dalla crisi.

Gli scorci di disperazione, secondo Cohen, sono visibili in tutto il continente, ma – per dirla alla latina – “le persone dispongono ancora di una sufficiente quantità di panem et circenses, per evitare una rivolta. La gente vuole essere divertita” e per questo ha bisogno di qualcosa che la distragga dalla vita politica, oscurando i problemi del Paese.

Il collegamento con “La grande bellezza” viene da sé: “È un film bellissimo. Nessuno crea la bellezza come gli italiani” – commenta Cohen – ma al tempo stesso “è anche un ritratto inquietante della crisi dell’Europa, piena di ipocrisie, menzogne, amarezza, crudeltà e sesso vuoto.”

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