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Palermo, il Comune assegna una casa a una famiglia rom. E in cambio il quartiere ottiene un parco, acqua e luce

La decisione, presa dall'amministrazione comunale, arriva dopo un lunga trattativa con gli abitanti del quartiere, che avevano protestato contro l'arrivo di una coppia proveniente dal campo rom della Favorita

Di Marta Facchini
Pubblicato il 5 Set. 2018 alle 16:54 Aggiornato il 5 Set. 2018 alle 16:55

A Palermo una villetta confiscata alla mafia sarà assegnata a una famiglia di etnia rom. Ma il complesso, situato in via Felice Emma, sarà assegnato anche a un’altra famiglia palermitana, inserita nella lista dell’emergenza abitativa.

È questo l’accordo cui è arrivato il Comune, dopo un mese di tensione e di trattativa con gli abitanti della zona, che inizialmente non avevano condiviso la decisione di accogliere nel quartiere la coppia, con due bambini piccoli, proveniente dal campo rom della Favorita, area in via di dismissione dopo il sequestro da parte della Procura di Palermo.

L’amministrazione comunale ha inoltre garantito che l’altra villetta della struttura, che si compone di due edifici, sarà trasformata in un parco urbano con un giardino aperto al quartiere e con la possibilità di organizzare al suo interno attività per bambini e anziani.

Inoltre, ha garantito che nella zona arriverà anche la rete dell’Enel per l’illuminazione pubblica e la conduttura dell’Amap, tuttora assenti.

La villa dovrebbe prendere il nome di Emanuela Setti Carraro, la moglie di Carlo Alberto Dalla Chiesa, morta con l’allora prefetto di Palermo nell’agguato di via Isidoro Carini.

Nei giorni scorsi, alla notizia dell’arrivo di una famiglia rom, gli abitanti del quartiere avevano organizzato una protesta.

I residenti di via Felice Emma erano scesi in strada, avevano appeso un cartello con la scritta “Prima gli italiani” e avevano organizzato un presidio per fermare l’assegnazione alle famiglie provenienti dal campo della Favorita.

Poi avevano avviato una raccolta firme gli immobili confiscati, dopo la notizia dell’assegnazione a nuclei familiari provenienti dal campo nomadi, erano state occupate abusivamente per impedirne l’arrivo.

“Ci hanno detto all’inizio che eravamo razzisti ma noi residenti di via Felice Emma non lo siamo affatto, siamo per una vera integrazione che significa anche suddividere in varie zone della città i Rom che si trovano nel parco della Favorita”, ha detto Giovanna Di Franco, portavoce dei residenti della strada tra via Altofonte e la borgata di Pagliarelli, al Giornale di Sicilia.

“Era impensabile portare oltre 100 persone in un piccolo quartiere residenziale dove ci conosciamo tutti e dove c’è una strada senza uscita. Siamo quindi contenti che la questione si sia risolta e che nella villa confiscata andrà una famiglia con due bambini”, ha aggiunto.

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