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Shock in ospedale a Caserta, paziente legata ad un letto: “L’abbiamo trovata tra sangue ed urina”

La donna legata al letto, immersa nelle sue stesse urine

Degenza da brividi: alla famiglia non era permesso entrare in reparto.

Di Veronica Di Benedetto Montaccini
Pubblicato il 10 Dic. 2018 alle 12:15

Nell’ospedale di Caserta i pazienti vengono lasciati legati per ore.

La denuncia

“Ci hanno impedito di assistere nostra madre, ricoverata all’ospedale civile di Caserta in seguito a una caduta accidentale”: ha denunciato con queste parole ai carabinieri di Caserta Domenico Ciccarelli, figlio della paziente. “Gli infermieri ci hanno costretto ad abbandonare la stanza comunicando che avrebbero provveduto loro a contenere lo stato di evidente agitazione ricorrendo al sistema delle fasce di contenzione, in pratica legandola al letto. Alla nostra ferma opposizione hanno risposto che in questi casi è una pratica adottata in quell’ospedale”.

Da sola nelle sue urine

La famiglia ha ritrovato la paziente il giorno seguente “con le gambe incastrate nelle sbarre del letto e totalmente impregnata di urine miste a sangue”. In seguito alla denuncia i carabinieri sono intervenuti nel reparto: al termine del sopralluogo è stato concesso ai familiari dell’anziana di rimanere ad accudirla. La vicenda è stata resa nota dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli.

Allarme contenzione negli ospedali

“Bisogna fare luce su questa vicenda al più presto – chiede Borrelli, componente della commissione Sanità – perché qualcuno ci deve spiegare se sia lecito in quelle condizioni legare una paziente al letto, se sia possibile negare l’assistenza personale di un familiare ad una paziente in quelle condizioni, se sia permesso negli stessi reparti la presenza di assistenti a pagamento che non sono inquadrati nel personale ospedaliero e, infine, se la presenza di persone sia consentita in caso di prestazioni intramoenia”.

Non è la prima volta che un paziente viene abbandonato a se stesso, legato ad un letto di ospedale. Ci sono casi in cui si è arrivati alla morte, come nel caso di Franco Mastrogiovanni nel Cilento, morto dopo 91 ore di contenzione meccanica.

La replica della struttura

Respinge le accuse al mittente Pasqualino De Marinis, direttore della Unità operativa complessa di Neurochirurgia dell’Azienda ospedaliera di Caserta Sant’Anna e San Sebastiano. “La signora era prossima alle dimissioni, è stata curata in maniera pronta ed efficace”. E spiega cosa è successo. La donna è stata ricoverata lo scorso 30 novembre “perché affetta da ematoma subdurale cronico riacutizzato emisferico sinistro con un quadro neurologico caratterizzato da emiparesi destra”. “Nel rispetto delle rigorose regole della Uoc- ha continuato il responsabile -di consentire la presenza dei familiari dei pazienti solo tre ore al giorno, in coincidenza con i pasti, ci si è attenuto rigorosamente a tale regolamento anche per la signora”.

 

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