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Omicidio di Rozzano, applausi e messaggi di solidarietà per il killer: “Ha fatto bene”

Credit: Ansa
Di Marco Nepi
Pubblicato il 27 Feb. 2019 alle 11:27 Aggiornato il 6 Mar. 2019 alle 12:05

Quando il presunto killer di Rozzano è uscito fuori dalla caserma dei carabinieri, scortato in auto verso il carcere, ha trovato una ventina di persone che mandavano baci e applaudivano. Il 34enne, che lunedì 25 febbraio ha freddato a colpi di pistola il suocero sospettato di avere abusato della nipotina avuta dalla ex moglie, ha trovato un clima di sostegno.

Ad aspettarlo c’erano parenti dei due assassini ma anche personaggi, già conosciuti dalle forze dell’ordine, appartenenti alla malavita locale che hanno creato un drappello “per rendere omaggio” al killer, mentre i carabinieri lo scortavano verso il carcere di San Vittore a Milano.

E commenti positivi sono apparsi anche sui social. Su Twitter, alcuni follower hanno lasciato messaggi di solidarietà per il 35enne, scrivendo che condividono le sue modalità d’azione. “Quindi quella merda di nonno è stato freddato dal padre della bimba abusata a Rozzano? Avrei agito uguale”, ha scritto un utente.

“Se l’accusa di abuso su minori sarà confermata, auspico per il padre il minimo della pena possibile, il minimo”, scrive un altro. “Mi raccomando al padre della bambina bisogna dargli una medaglia. Questo è un esempio per tutti i genitori che una volta scoperto il pedofilo bisogna agire così”.

“Avrei applaudito anch’io! Hanno fatto bene. Giustizia = legalità. Doveva sparargli in mezzo alla faccia, i pedofili non meritano di poter fare il funerale con la bara aperta”, si legge ancora.

Ma compaiono anche voci fuori dal coro: “Volete dare vita a un far west?”

La vicenda. Lunedì 25 febbraio, Antonio Crisanti, 63enne, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco a Rozzano, in provincia di Milano, nel parcheggio del supermercato “Il Gigante” tra viale Lazio e via Venezia. A sparare sarebbe stato il genero della vittima, Emanuele Spavone, che martedì 26 febbraio si è costituto presso la caserma della tenenza di Rozzano ed è stato portato nel carcere San Vittore del capoluogo lombardo.

L’uomo, un pregiudicato di 34 anni con precedenti di droga, si trovava a bordo di uno scooter insieme a un complice: ha avvicinato il 63enne e l’ha ucciso sparando cinque colpi. Alla base della violenza ci sarebbe un abuso sessuale che il suocero dell’omicida avrebbe compiuto su una delle sue nipotine, la figlia di Spavone. Anche il complice 27enne, che guidava il motorino, si è costituito.

Sulla vicenda stanno indagano il pm Monia Di Marco e il procuratore aggiunto Letizia Mannella e, secondo quanto si apprende, la vittima era indagata dalla Procura di Milano per abusi sessuali sulla figlia dell’assassino.

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