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Cosa è successo il 30 luglio nel mondo

Le notizie senza giri di parole su TPI

Di TPI
Pubblicato il 30 Lug. 2015 alle 19:48

Israele: sei persone sono state accoltellate durante una manifestazione del Gay Pride a Gerusalemme. La polizia ha arrestato un ebreo ultra-ortodosso, Yishai Schlissel, già noto alle autorità perché nel 2005 aveva accoltellato tre persone a un’altra marcia gay. Era stato condannato a 12 anni di prigione ed era stato liberato tre settimane fa. Qui la storia.

– Afghanistan: i Taliban hanno confermato la morte del leader del gruppo, il mullah Omar, annunciata ieri dal governo afghano. I Taliban hanno eletto il Mullah Akhtar Mansoor come suo successore. Secondo quanto riporta Al Jazeera, l’elezione si è tenuta nella città di Quetta, in Pakistan. I negoziati di pace tra il governo afghano e i Taliban, che sarebbero dovuti riprendere domani a Islamabad, in Pakistan, sono stati rinviati.

– Malesia: alcuni frammenti di un aereo ritrovati nell’isola francese di Réunion, nell’Oceano Indiano, verranno trasportati a Tolosa, in Francia, dove verranno analizzati per verificare se appartengono al Boeing 777 della Malaysia Airlines, scomparso nel marzo del 2014. Sul volo MH370, partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino, viaggiavano 239 persone.  

Cina: il Regno Unito ha negato un visto di sei mesi all’artista e dissidente cinese Ai Weiwei, perché è stato accusato di aver mentito nella domanda per il visto e di non aver dichiarato i suoi reati. L’artista, tuttavia, pur essendo stato incarcerato per 81 giorni nel 2011, non è mai stato imputato di un reato. Le autorità britanniche hanno concesso ad Ai Weiwei un permesso più breve, di soli 20 giorni.

– Turchia: tre soldati turchi sono stati uccisi nella provincia di Sirnak, nel sudest del Paese, in un attacco del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). Dal 25 luglio la Turchia ha iniziato a bombardare le postazioni del Pkk nel nord dell’Iraq e quelle dell’Isis in Siria. L’intervento militare ha interrotto una tregua in vigore dal 2013.

– Egitto: una corte egiziana ha rinviato per la nona volta il processo nei confronti di tre giornalisti di Al Jazeera (l’australiano Peter Greste, l’egiziano Baher Mohamed e il canadese Mohamed Fahmy). Nel giugno del 2014, erano stati accusati di aver favorito i Fratelli Musulmani, partito che fu dichiarato illegale dopo la deposizione del presidente Mohamed Morsi nel 2013. La prossima udienza è prevista per il 2 agosto.

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