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Cosa è successo l’1 settembre nel mondo

Le notizie senza giri di parole su TPI

Di TPI
Pubblicato il 1 Set. 2015 alle 19:40

Ungheria: centinaia di migranti stanno protestando vicino alla stazione ferroviara principale di Budapest, la capitale del Paese, dopo la decisione del governo di mandare le forze dell’ordine a isolare il terminal di partenza per impedire loro di viaggiare attraverso l’Europa. La folla gridava “Ungheria no, Germania sì” e agitava i biglietti per i treni mentre veniva allontanata dalla stazione dagli agenti di polizia. Secondo alcuni ufficiali del governo, l’Ungheria sta solo cercando di ripristinare l’ordine e rispettare gli accordi dell’Ue.

– Vaticano: Papa Francesco sta cercando di facilitare l’ottenimento del perdono per le donne che abortiscono e per i medici che le assistono nell’intervento in vista del prossimo Giubileo della Misericordia. Nella maggior parte dei Paesi solo un vescovo può perdonare l’aborto, considerato un peccato così grande da poter portare anche alla scomunica. Il Papa avrebbe invece deciso di concedere a tutti i sacerdoti la facoltà di perdonare coloro che sono “pentiti di cuore”.

– Azerbaigian: la giornalista Khadija Ismayilova è stata condannata a sette anni e mezzo di reclusione dal governo dell’Azerbaigian con l’accusa di frode ed evasione fiscale. Khadija aveva investigato i conti corrente offshore legati alla famiglia del presidente azero Ilham Aliyev, portando alla luce affari milionari. Secondo alcune organizzazioni umanitarie, il processo avrebbe una motivazione meramente politica.

– Venezuela: 17 persone sono morte e altre 11 sono rimaste ferite in un incendio divampato nella prigione della città di Tocuyito, a ovest della capitale Caracas.
Le cause del rogo sono ancora ignote, anche se secondo i testimoni ci sarebbe stato un problema con l’impianto elettrico. Le carceri venezuelane risentono di una situazione di sovraffollamento e sono spesso luoghi molto violenti. Solo nel 2014 sono 300 le persone morte all’interno delle strutture carcerarie del Paese.

– Giappone: dopo le numerosi accuse di plagio, il Comitato di organizzazione delle Olimpiadi di Tokyo del 2020 ha scartato il logo ufficiale dell’evento, progettato dal designer Kenjiro Sano. Il Comitato ha detto di non ritenere Sano colpevole di plagio, ma non ha voluto rischiare di perdere il sostegno da parte del pubblico. Sano non verrà pagato per il suo lavoro, e il Comitato lancerà subito un concorso per trovare il nuovo logo. 

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