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    Nord Corea, l’ambasciatore di stanza a Roma diserta e chiede asilo in Italia

    Il leader nordcoreano Kim Jong un

    La notizia della diserzione è stata data dal quotidiano di Seul JoongAng Ilbo, che cita fonti diplomatiche

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 3 Gen. 2019 alle 08:03 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:09

    Il diplomatico nordcoreano Jo Song Il, ambasciatore che rappresenta la Corea del Nord in Italia, ha disertato e ha chiesto asilo politico a un paese europeo non ben precisato, secondo quanto riportato dalla stampa sudcoreana.

    La notizia della diserzione è stata data dal quotidiano di Seul JoongAng Ilbo, che cita fonti diplomatiche: il diplomatico Jo Song Il ha chiesto asilo con la famiglia a dicembre 2018 e le autorità dell’Italia gli hanno offerto rifugio in una località segreta.

    Jo Song Il, 48 anni, svolgeva il ruolo di ambasciatore facente funzioni in Italia dall’ottobre del 2017, mesi in cui aveva preso assunto l’incarico detenuto in precedenza da Mun Jong Nam.

    Il diplomatico era stato espulso da Roma come segno di protesta per i test nucleari condotti da Pyongyang.

    La stampa della Corea del Sud riporta che Jo Song Il è il genero di “uno dei più importanti dirigenti del regime nordcoreano”: si trovava a Roma in servizio presso la missione diplomatica della Corea del Nord dal 2015.

    All’interno della rete diplomatica estera della Corea del Nord, l’Italia riveste un ruolo importante: nel nostro paese sono infatti presenti due diplomatici provenienti dal ministero degli Esteri e altri due lavorano presso l’agenzia dell’Onu con sede a Roma.

    Nel corso della giornata, la Farnesina ha tuttavia smentito la notizia della richiesta di asilo del funzionario.

    Le diserzioni – Jo Song Il  non è il primo rappresentante della Corea del Nord di alto livello ad aver deciso di disertare: nel 2016 era stata la volta dell’ambasciatore a Londra, Thae Yong Ho. Thae aveva spiegato di aver disertato per dare un futuro migliore ai suoi tre figli dopo aver ricevuto l’ordine di tornare in patria.

    Generalmente, per evitare che situazioni simili si verifichino, il governo di Pyongyang costringe i diplomatici a lasciare alcuni componenti della propria famiglia, soprattutto bambini, in patria.

    A Jo Song Il è stato invece permesso di recarsi in Italia con tutta la sua famiglia, privilegio concessogli proprio in virtù del suo status, secondo quanto ipotizzato dal quotidiano sudcoreano che ha dato la notizia.

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