Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

Non solo madri e amanti

Un'inchiesta del Telegraph esplora la condizione delle donne italiane

Di Simona Donini
Pubblicato il 9 Apr. 2013 alle 06:55

Il quotidiano britannico The Telegraph ha recentemente pubblicato un reportage sulla condizione femminile in Italia. La giornalista di origine italiana Marta Cooper racconta il confuso quadro politico italiano dopo le elezioni dello scorso febbraio, che ha messo in risalto la voglia di cambiamento degli italiani.

“Nella storia del Paese non era mai stata registrata una presenza femminile così alta in Parlamento. Tuttavia le donne italiane combattono quotidianamente contro una cultura palesemente sessista, sia a casa che sul posto di lavoro”–avverte il la Cooper. Che per descrivere la condizione femminile dà voce alle donne che raccontano la loro quotidianità: impiegate, scrittrici, insegnanti e giornaliste.

“La presenza di più donne in un settore storicamente maschile va contro la cosiddetta ‘casta’”, ha scritto il quotidiano inglese. Ma poi si chiede: “Ma in un luogo dove regna l’apatia nei confronti dei politici è possibile che una maggiore presenza politica femminile sia una forza rigenerante? O saprà solo graffiare la superficie di problemi molto più profondi?”.

Le differenze di stipendio tra uomini e donne sono tra le più alte in tutta Europa. Tra gli aneddoti, viene raccontata la pratica delle lettere di dimissioni firmate in bianco in previsione delle gravidanze. Spesso le donne in Italia devono scegliere tra il posto di lavoro o diventare madri, sottolinea l’intervistata Caterina Soffici, giornalista e scrittrice. E aggiunge che per molte donne la prima domanda in un colloquio di lavoro riguarda l’essere o meno sposate.

Il Telegraph prosegue ricordando anche il sessismo collegato all’era di Silvio Berlusconi: “La realtà è che il sessismo è radicato nella società italiana. Le donne tradizionalmente sono percepite come casalinghe o amanti. I media non sono stati d’aiuto. La tv italiana per 20 anni ha sempre svilito la figura femminile, consentendo l’accettazione passiva di atteggiamenti misogini”.

Un altro passaggio è dedicato alla lotta contro la violenza domestica. Negli ultimi anni la società italiana è diventata maggiormente cosciente di questo problema, che è in crescita. Le cifre di Telefono Rosa e dell’Istat parlano chiaro: nel 2012 c’è stato un femminicidio ogni due giorni, mentre nel 2011 avveniva mediamente ogni tre.

L’elezione come presidente della Camera della giornalista ed ex portavoce dell’Unhcr Laura Boldrini è stato visto come un segno rassicurante. Durante il suo discorso inaugurale ha ricevuto una standing ovation per aver dichiarato “di voler prendersi carico dell’umiliazione delle donne che soffrono per la violenza mascherata da amore”.

Nel vuoto politico del Paese è difficile prevedere cosa porterà il futuro per le donne italiane. Il centro-sinistra si è impegnato nella lotta contro la violenza di genere, nel dare incentivi fiscali per le madri che lavorano e nell’incrementare il numero di asili nido. Il centro-destra parla più di politiche familiari e non di quelle specifiche per le donne. Mentre il M5S non fa alcun riferimento specifico al miglioramento della condizione femminile.

“Gli Italiani saranno anche assetati di cambiamento, ma il miglioramento della condizione femminile richiede molto più che il cambio di una stagnante classe politica. Fino a quando la condizione della donna non diventerà un tema centrale per gli italiani non lo sarà neppure per la politica” conclude Marta Cooper.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version