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Manifestazione ‘Non siamo pesci’, Manconi: “L’Italia senza l’immigrazione è destinata a perdersi”

Credit: Angelo Carconi/Ansa
Di Laura Melissari
Pubblicato il 28 Gen. 2019 alle 19:17 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:26

Centinaia di persone, nonostante la pioggia, si sono riunite davanti Montecitorio per chiedere lo sbarco delle 47 persone che si trovano a bordo della nave Sea Watch 3 dallo scorso 19 gennaio. Il manifesto Non siamo pesci chiede al Parlamento di istituire una commissione di inchiesta sulle stragi di migranti nel Mediterraneo e di realizzare una missione in Libia.

Tra i firmatari Roberto Benigni, Sandro Veronesi, Massimo Cacciari, Gad Lerner, Michela Murgia, Gabriele Muccino, Paolo Virzì, Armando Spataro, Kasia Smutniak, Kim Rossi Stuart. Sono oltre 600 i personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo che hanno firmato il manifesto. 

“Non siamo pesci”: così Fanny, fuggita da un conflitto armato in Congo e per 19 giorni a bordo della nave Sea Watch. “Non riuscirò più a parlare tra poco perché sto congelando. Fate presto”, così l’ultima telefonata giunta al numero di Alarm Phone dal barcone con circa 100 persone a bordo, al largo di Misurata, domenica scorsa. “Non ho bisogno di essere sui notiziari, ho bisogno di essere salvato”, così l’ultima risposta che uno dei 100 naufraghi lascia ad Alarm Phone, si legge nel testo del manifesto. 

Gli aderenti al manifesto Non siamo pesci denunciano il fatto che il Mediterraneo è ormai privo di qualsiasi presidio sanitario, di soccorso e di protezione dei naufraghi. 

“Chiediamo al Parlamento di istituire una commissione di inchiesta sulle stragi nel Mediterraneo e di realizzare una missione in Libia. Chiediamo inoltre al Governo di offrire un porto sicuro in Italia alla Sea Watch, che sabato scorso ha salvato 47 persone, senza che si ripeta l’odissea vissuta a fine dicembre davanti a Malta. E ricordiamo a tutti gli Stati europei che la redistribuzione dei migranti si fa a terra e non in mare”, si legge nella proposta.

“Le milizie in Libia organizzano il traffico di esseri umani e gestiscono i centri di detenzione dove si pretende che tornino coloro che da lì sono fuggiti”, spiega il senatore Luigi Manconi.

L’Italia sta collaborando al disastro, spiega Manconi, sostenendo che “non va dimenticato che nel 2018 i morti in mare sono stati 2.200, rispetto a un numero di sbarchi inferiore al passato. In percentuale quindi gli sbarchi sono aumentati in maniera rilevanti”, spiega Manconi. “Basterebbe un solo morto per sentire la necessità di porre riparo a questa tragedia”.

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