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Cosa succede oggi nel mondo

Tutti i fatti da sapere per il 27 maggio 2016

Di TPI
Pubblicato il 27 Mag. 2016 alle 08:28

Giappone: Barack Obama si recherà oggi in Giappone per la storica visita al memoriale di Hiroshima, dove nel 1945 fu sganciata la prima bomba nucleare da parte degli Stati Uniti per porre fine alla seconda guerra mondiale. 

– Regno Unito: i leader del G7 riuniti in Giappone hanno espresso in una dichiarazione ufficiale la loro preoccupazione che un eventuale voto a favore della Brexit nel referendum del prossimo 23 giugno rappresenterebbe una “seria minaccia per la crescita globale”. 

– Francia: proseguono scioperi e proteste in tutto il paese contro la riforma di lavoro voluta dal governo di Manuel Valls.

– Israele: dopo l’entrata del partito di estrema destra Israel Beitenu nella coalizione di governo e la nomina del suo leader, Avigdor Lieberman, a ministro della Difesa, Avi Gabay, del partito centrista Kulanu, dà le sue dimissioni da ministro dell’ambiente per esprimere il suo dissenso contro la deriva di estrema destra del governo. 

– Regno Unito: il premier David Cameron ha annunciato che manderà una seconda nave militare in Libia per sostenere il paese nella lotta ai trafficanti di migranti. 

– Stati Uniti: il candidato repubblicano Donald Trump e quello democratico Bernie Sanders, che sta ancora in svantaggio rispetto all’avversaria Hillary Clinton, stanno vagliando la possibilità di un dibattito televisivo non convenzionale tra loro due escludendo la Clinton. 

– Italia: non è ancora chiaro il numero dei migranti morti nel Mediterraneo in seguito al naufragio del 26 maggio. Circa un centinaio di persone sono invece state messe in salvo da navi militari. 

– Stati Uniti: le autorità sanitarie del paese hanno annunciato un caso di un paziente resistente a tutti i tipi di antibiotici esistenti, esprimendo profonda preoccupazione. 

– Iraq: continua l’offensiva dell’esercito statunitense contro il sedicente Stato islamico per la riconquista di Falluja. Secondo il Consiglio norvegese per i rifugiati molti iracheni in fuga dalle aree dove si combatte sarebbero a rischio fame. 

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