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Cosa succede oggi nel mondo

Tutti i fatti da sapere per la giornata del 24 ottobre 2016

Di TPI
Pubblicato il 24 Ott. 2016 alle 07:43

Iraq: nella giornata di domenica 23 ottobre le forze curde hanno reso noto di aver preso il controllo della città di Bashiqa, a nordest di Mosul, precedentemente occupata dai miliziani dell’Isis. I jihadisti proseguono con gli attacchi utilizzati come diversivi per “distogliere l’attenzione” dall’offensiva in atto contro la sua capitale irachena, Mosul. Dopo gli eventi di venerdì a Kirkuk, anche la città di Rutba è stata teatro di scontri tra le forze di sicurezza e i miliziani estremisti.

India: la polizia indiana ha ucciso 23 ribelli maoisti nello stato orientale di Odisha. Le forze dell’ordine avevano rintracciato i dissidenti in una remota zona forestale, e avevano ingaggiato con loro uno scontro a fuoco poco dopo la mezzanotte.

Siria: allo scadere della tregua umanitaria dichiarata unilateralmente da Mosca e Damasco nella città di Aleppo, sono ripresi violenti scontri tra i ribelli e le forze governative siriane. Gli abitanti dei quartieri orientali in mano all’opposizione e i ribelli stessi hanno rifiutato di abbandonare la città, mentre le Nazioni Unite non hanno potuto evacuare malati e feriti a causa delle precarie condizioni di sicurezza. I media di stato siriani e le autorità russe hanno accusato i ribelli di aver impedito ai civili di lasciare la città e di usarli come scudi umani.

Corea del Sud: il segretario generale delle Nazioni Unite uscente Ban Ki-moon ha dichiarato venerdì 21 ottobre che tornerà in Corea del Sud a gennaio, dopo essere stato alla guida dell’Onu per dieci anni, per servire il proprio paese. Ban Ki-moon potrebbe diventare il futuro presidente della nazione. Nel frattempo, la presidentessa in carica Park Geun-hye ha dichiarato di voler modificare la costituzione per eliminare la limitazione a un singolo mandato presidenziale, o in alternativa per istituire un sistema parlamentare nel paese.

Filippine: dopo le clamorose dichiarazioni del presidente Rodrigo Duterte, che annunciava il riavvicinamento di Manila a Pechino e l’allontanamento da Washington, il sottosegretario di Stato americano per gli affari dell’Asia orientale e del Pacifico, Daniel Russel, si è recato nel paese per incontrare il ministro degli Esteri filippino e discutere dei rapporti tra le due nazioni. Dopo l’incontro, Russel ha dichiarato che gli Stati Uniti restano un alleato di primo piano del paese asiatico.

Libano: il leader del movimento sciita Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha dichiarato che i deputati appartenenti al suo schieramento voteranno per candidare Michel Aoun alla presidenza nella prossima sessione parlamentare, prevista per la fine di ottobre. L’attuale presidente ad interim del Libano è il primo ministro Tammam Salam, che ha assunto la carica allo scadere del mandato di Michel Suleiman nel 2014, a causa dell’incapacità delle forze politiche libanesi di trovare un accordo sul suo successore.

Yemen: allo scadere della tregua di 72 ore cominciata nella notte di mercoledì 19 ottobre, gli aerei da guerra della coalizione guidata dall’Arabia Saudita hanno ricominciato ad attaccare obiettivi sensibili nella capitale yemenita Sanaa, sotto il controllo dei ribelli sciiti houthi, che si contrappongono al governo riconosciuto dalla comunità internazionale e guidato dal presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi.

Lituania: il partito d’opposizione di centro, l’Unione dei Verdi e dei Contadini, ha dichiarato la vittoria dopo il secondo round elettorale, e ha annunciato che comincerà i negoziati con l’Unione della patria, il partito cristiano democratico, e i Social democratici per la formazione di un governo di coalizione.

Francia: comincerà oggi lo smantellamento del campo profughi di Calais, ma gli operatori umanitari accusano la Francia e il Regno Unito di non aver fatto abbastanza per gli oltre 1.300 minori non accompagnati presenti nella cosiddetta “giungla”.

Stati Uniti: 13 persone sono rimaste uccise e oltre 30 ferite nella California meridionale per uno scontro tra un pullman e un camion. Secondo quanto diffuso dai media, la maggior parte dei passeggeri proveniva dall’America latina.

Venezuela: il parlamento venezuelano, in cui dominano le forze d’opposizione, vuole mettere sotto processo il presidente Nicolas Maduro per aver violato la democrazia. Pochi giorni fa, giovedì 20 ottobre, le autorità competenti avevano bocciato un referendum per sfiduciare lo stesso presidente, considerato il principale responsabile della grave crisi economica in cui versa il paese.

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