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Sequestro nave Aquarius: chi sono gli indagati e di cosa sono accusati

Credit: Getty Images
Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 20 Nov. 2018 alle 09:58

Il 20 novembre 2018 la procura di Catania ha disposto il sequestro della nave Aquarius della Ong Medici senza Frontiere e ha aperto un’indagine nei confronti di 24 persone.

L’accusa è di aver scaricato nei porti dell’Italia rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, in maniera indifferenziata facendoli passare per rifiuti urbani.

Secondo quanto riportato nell’indagine della Guardia di finanza e della polizia, coordinata dalla Procura di Catania, sarebbe stato accertato lo smaltimento illecito in 44 occasioni di 24 mila chili di rifiuti accumulati durante le attività di salvataggio in mare condotte dalla nave.

L’elenco degli indagati

Francesco Gianino, titolare dell’impresa individuale “Mediterranean Shipping Agency” con sede ad Augusta, in Sicilia, che svolge il compito di agente marittimo intermediario dei rapporti commerciali tra l’Ong “Medici Senza Frontiere” e le imprese incaricate del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti di bordo.

Giovanni Ivan Romeo, rappresentante legale della “Romeo Shipping Agency S.r.l.”, quale sub-agente della M.S.A. di Gianino, che ha curato il conferimento dei rifiuti delle navi Aquarius e Vos Prudence in occasione degli sbarchi dei migranti e dello scalo tecnico nel porto di Catania tramite la società cooperativa catanese “La Portuale II”.

Tra gli indagati, la stessa Ong Medici senza Frontiere, accusata di aver prodotto i rifiuti al centro dell’inchiesta, e Missione Italia, che ha gestito e finanziato le attività di soccorso prestate dalla nave Vos Pruidence fino ad ottobre 2017.

Risultano indagati anche Michele Trainiti, vice capo missione Italia di MSF Belgio e responsabile della missione S.A.R. della Vos Prudence; Cristina Lomi, vice coordinatrice nazionale addetta all’approvvigionamento della Missione Italia; Marco Ottaviani, logbase e liaison officer di MSF con l’accusa di “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”.

Per quanto riguarda le attività della nave Aquarius tra il gennaio 2017 e il maggio 2018, la procura di Catania ha indagato anche Evgenii Talanin, il comandante della nave Aquarius, Oleksandr Yurchenko, primo ufficiale di coperta, Aloys Vimard e Marcella Kraaij, entrambi coordinatori del progetto S.A.R. Aquarius di MSF Olanda.

Indagati anche Joachim Tih, coordinatore logistico del progetto S.A.R. dell’Aquarius e della missione in Libia di MSF Olanda, Martinus Taminiau, delegato alla logistica a bordo della nave della Ong, e Nicholas Romaniuk, coordinatore del progetto S.A.R.

Le accuse

Secondo quanto emerso dalle indagini della procura di Catania, gli indagati erano consapevoli della della pericolosità degli indumenti indossati dai migranti, fatti passare per rifiuti urbani e non speciali, e che potevano trasmettere virus o agenti patogeni.

L’attività illecita al centro dell’inchiesta ha riguardato 37 sbarchi della nave Aquarius e 7 della Vos Prudence.

La procura ha analizzato intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali e video, oltre alla documentazione marittima, sanitaria e commerciale relativa ai citati sbarchi e gli scali tecnici delle navi Ong indagate.

Nei documenti della procura si legge che “in occasione di tutti gli sbarchi lo smaltimento dei rifiuti era realizzato per il tramite della M.S.A. di Gianino che nei porti diversi da Augusta si avvaleva di propri sub-agenti, senza mai dichiarare la presenza di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo derivanti dagli scarti degli alimenti e dagli indumenti indossati dai migranti, seppur in presenza di numerosi e documentati casi di malattie registrate dai vari Uffici di Sanità marittima siciliani e del Sud Italia intervenuti al momento dell’arrivo dei migranti nei porti italiani”.

In questo modo, continua la procura, le Ong hanno risparmiato sulla spesa per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, favorendo l’agenzia marittima di Francesco Gianino, che offriva un servizio di smaltimento a prezzi concorrenziali.

Da questo comportamento sarebbe stato favorito anche Giovanni Ivan Romeo che a Catania si occupava per conto della MSA di Gianino della intermediazione al ritiro dei rifiuti di bordo.

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