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Scappa in montagna, si spoglia e si lascia morire di freddo: lo strano suicidio già tentato 14 anni prima

Soccorso alpino, foto di repertorio. Credits: AFP

Tino Zecchinello nel 2004 era stato ritrovato in tempo, incatenato fuori dalla tenda. Stavolta non c'è stato nulla da fare: la scoperta a dieci giorni dalla scomparsa

Di Massimo Ferraro
Pubblicato il 20 Nov. 2018 alle 11:58

Ha preso un treno e un autobus per raggiungere i piedi della montagna. Da lì è salito in taxi, poi si è inoltrato a piedi nel bosco, a 1700 metri, per trovare la morte. Si è spogliato e si è lasciato morire di freddo: le stesse modalità di suicidio tentate 14 anni prima, quando però fu salvato.

Nel 2004 Tino Zecchinello, all’epoca 34enne, era stato ritrovato, ancora vivo, incatenato nudo dentro una tenda, in un bosco vicino a Feltre, in provincia di Belluno. “Mi avete salvato la vita”, aveva detto ai soccorritori l’uomo, originario di Oderzo in provincia di Treviso.

Zecchinello fu poi ricoverato a Belluno, nel reparto di psichiatria. Dopo il ritrovamento infatti si era chiuso in un completo mutismo, e si ipotizzò che dietro il gesto ci fosse uno strano rituale suggeritogli da un predicatore che l’uomo frequentava da qualche tempo.

Quattordici anni dopo Zecchinello ci ha riprovato, ma stavolta non è stato salvato. La madre ne aveva denunciato la scomparsa il 9 novembre 2018.. Secondo gli investigatori, l’uomo avrebbe preso un treno che lo ha portato a Milano centrale, e da lì un altro per Sondrio.

Avrebbe quindi raggiunto in taxi la località montana di San Giuseppe, nel territorio comunale di Chiesa in Valmalenco.

Il 48enne è stato ritrovato il 18 novembre 2018, dopo una decina di giorni. Durante una passeggiata, una donna ha avvistato il corpo senza vestiti in una radura ai margini del bosco.

I carabinieri della caserma di Chiesa in Valmalenco e del Comando provinciale di Sondrio sono giunti sul posto e hanno identificato il cadavere, che secondo i primi accertamenti del medico legale sarebbe morto per assideramento, ma il medico di turno Stefano Latorre dovrà decidere se disporre ugualmente l’autopsia.

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