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Modella viene sfigurata dal chirurgo dopo banale intervento laser: “42 trattamenti e un lungo incubo”

Cristina Guidetti prima e dopo l'intervento

L'uomo è stato condannato a un anno, con pena sospesa, e la prescrizione incombe

Di Luca Serafini
Pubblicato il 4 Nov. 2018 alle 14:58 Aggiornato il 4 Nov. 2018 alle 14:59

Doveva fare un intervento col laser apparentemente semplice, per rimuovere alcune piccole imperfezioni del viso.

Ma per Cristina Guidetti, ex modella oggi 45enne, quell’intervento chirurgico si è trasformato in un incubo che le ha cambiato la vita.

Volto sfigurato, decine di cicatrici, il lavoro di modella perso per sempre, un calvario psicologico che va avanti da quel maledetto 31 gennaio del 2012, quando decise di affidarsi al chirurgo plastico Massimo Rambotti.

In questi giorni Rambotti, 62 anni e originario di Foligno, è stato condannato a un anno (con pensa sospesa) per il reato di lesioni gravissime.

Una sentenza molto leggera, che ha lasciato con l’amaro in bocca Cristina.

“Dopo quella operazione – ha detto la donna – sono rimasta sfigurata, riportando sul mio volto delle cicatrici che resteranno per sempre, nonostante i 42 trattamenti affrontati successivamente, che mi sono costati 93mila euro. Ho perso il mio lavoro di modella, atteso più di sei anni per vedere la sentenza di primo grado. Ad oggi non ho ricevuto nemmeno un euro di risarcimento. Vi sembra giustizia questa? A me no. Mi fidavo del medico, era tra i più stimati”.

Il reato per il quale è accusato il chirurgo plastico, tra l’altro, a breve dovrebbe cadere in prescrizione, poiché la querela di parte risale al 2012.

“Per tutti questi anni, più di sei, sono andata alle udienze, sempre – continua con rabbia Cristina Guidetti – Anche quando i trattamenti che facevo per curarmi mi rendevano come un mostro. Le mie condizioni erano la prova evidente di che cos’era accaduto. Eppure non è bastato c’è voluto così tanto tempo per avere soltanto una sentenza di primo grado con la prescrizione dietro l’angolo”.

“Quando uscivo di casa la gente si teneva a distanza, mi schivava. Nonostante i miracoli fatti da altri medici i segni resteranno per sempre. Quanto ci vorrà ancora per avere un risarcimento in sede civile? Il dolore che ho provato non è bastato? La giustizia, quella vera, è qualcos’altro”, conclude con amarezza la donna.

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