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Il petrolio, le navi, gli affari del compagno: che piega sta prendendo il caso Guidi

Dopo le dimissioni da ministro dello Sviluppo Economico, ecco come si sta evolvendo l'indagine su Federica Guidi

Di TPI
Pubblicato il 8 Apr. 2016 alle 17:02

Il 31 marzo il ministro dello Sviluppo Economico del governo italiano, Federica Guidi, ha rassegnato le proprie dimissioni a causa di alcune intercettazioni telefoniche risalenti al 2014 in cui quest’ultima, in occasione dell’approvazione di un emendamento alla legge di stabilità, rassicura il compagno Gianluca Gemelli che lo avrebbe favorito nei suoi interessi economici.

L’emendamento in questione era relativo alle infrastrutture da realizzare nell’ambito del progetto Tempa Rossa, un importante giacimento petrolifero della Basilicata in cui l’azienda petrolifera francese Total sta costruendo un impianto d’estrazione in collaborazione con la Shell e la compagnia giapponese Mitsui.

Proprio per la costruzione di queste infrastrutture volte a collegare l’impianto di Tempa Rossa al porto di Taranto, bloccate dal comune e sbloccate dal governo, vedevano tra gli imprenditori interessati in prima persona Gianluca Gemelli.

In questo momento l’ex ministro Federica Guidi non è indagata dalla procura di Potenza – che segue l’inchiesta – che tuttavia ha ritenuto opportuno interrogarla il 7 aprile come persona informata sui fatti.

Non è noto cosa l’ex ministro abbia riferito alla procura di Potenza, dal momento che il loro colloquio è coperto dal segreto. Tuttavia i quotidiani italiani hanno riportato che la Guidi starebbe prendendo le distanze dal compagno, dalla quale riterrebbe di essere stata usata per interessi economici.

Ad avvalorare queste ipotesi ci sono anche alcune intercettazioni in cui Federica Guidi si lamenta con il compagno Gianluca Gemelli, accusandolo di chiederle continui favori e di trattarla “come una sguattera del Guatemala”.

Dalle indagini starebbero emergendo poi diversi legami di Gianluca Gemelli con personalità influenti. Gli inquirenti, secondo i media, starebbero valutando sull’esistenza di una lobby, di un comitato d’affari che avrebbe cercato di usare persone influenti come Federica Guidi a proprio favore.

Una delle richieste che avrebbe fatto questo ipotetico comitato d’affari di cui i quotidiani parlano sarebbe la riconferma di Alberto Cozzo a commissario straordinario del porto di Augusta, in Sicilia.

Per questo incarico, gli uomini legati a Gemelli avrebbero mandato l’imprenditore ed ex vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello a parlare direttamente con il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.

Il porto di Augusta è citato nell’inchiesta perché, secondo le indagini, Gemelli avrebbe fatto pressioni sull’ammiraglio Giuseppe De Giorgi – capo di stato maggiore della Marina – tramite il capo dell’ufficio bilancio della Difesa Valter Pastena, per ottenere una concessione per far attraccare le navi petroliere su un pontile militare del porto siciliano.

Graziano Delrio, in un’intervista al quotidiano Repubblica, ha reso noto di aver parlato con Lo Bello un paio di volte, ma per parlare dell’aeroporto di Catania, e non del porto di Augusta. Alberto Cozzo, secondo Delrio, sarebbe stato confermato solo a livello temporaneo in attesa dell’entrata in vigore della riforma dei meccanismi di nomina delle autorità portuali.

Delrio è stato tirato in ballo anche in un’altra intercettazione, tra Pastena e Gemelli, in cui il primo dice al secondo dell’esistenza di una foto del ministro “a Cutro con i mafiosi”, che i carabinieri avrebbero portato nel suo ufficio.

Graziano Delrio, sempre nell’intervista, ha replicato dicendo che Cutro, comune calabrese in provincia di Crotone e considerato un feudo della ‘ndrangheta, è gemellata con Reggio Emilia, città di cui Delrio era sindaco. La foto risalirebbe al 2009, anno in cui il ministro si recò lì in veste ufficiale di sindaco con tanto di fascia tricolore per partecipare a una processione.

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