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Il ministro della Cultura Bonisoli annuncia: “Aboliremo le domeniche gratis al museo”

Credit: Getty Images

Il ministro si era in precedenza espresso contro il Bonus cultura di 500 euro voluto dal governo Renzi

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 31 Lug. 2018 alle 14:30 Aggiornato il 31 Lug. 2018 alle 15:50

Il ministro della cultura del governo Lega-5Stelle ha annunciato che “dopo l’estate elimineremo le domenica gratuite nei musei”.

L’annuncio è stato dato da Alberto Bonisoli (qui un suo profilo) durante la visita alla Biblioteca nazionale di Napoli.

“Le domeniche gratis andavano bene come lancio pubblicitario, ma se continuiamo così, a mio avviso andiamo in una direzione che non piace a nessuno”, ha spiegato il ministro, giustificando così la sua decisione.

“Per l’estate non cambia nulla, ma poi le cose cambieranno. Lascerò maggiore libertà ai direttori, se vogliono mettere una domenica gratuita non c’è niente di male, ma obbligare a farla non va bene”.

Secondo quanto spiegato dal ministro,  l’iniziativa è apprezzabile in bassa stagione: “Penso ad esempio a Pompei: chi ci va a novembre? Magari la prima o tutte le domeniche di quel mese si può aprire gratis perché non c’è tanta gente”.

Nei periodi in cui ci sono molti turisti in l’Italia, invece, le cose cambiano.

“Il problema è quando si viene costretti dal ministero ad aprire la prima domenica di agosto, con migliaia di turisti stranieri che arrivano e pensano che gli italiani sono pazzi perché li fanno entrare gratis”.

Dal 2014 la prima domenica del mese è possibile visitare musei statali, gallerie, scavi archeologici parchi e giardini  senza bisogno di pagare il biglietto.

L’iniziativa “Domenica al museo” era stata avviata dal decreto Franceschini e ha visto una larga partecipazione da parte dei cittadini italiani e dei turisti in visita in Italia.

A metà giugno il ministro Bonisoli aveva anche espresso le sue perplessità in merito al bonus di 500 euro per i diciottenni voluto dal governo Renzi.

Il bonus, che offre la possibilità di accedere all’app che permette di spendere 500 euro in prodotti culturali, come libri, dischi, teatro o cinema, rischia quindi di non esserci per quasi 1,2 milioni di giovani che diventeranno maggiorenni nel prossimo anno e mezzo.

L’annuncio era stato dato dal ministro in un’intervista al Corriere della Sera.

“In alcuni casi”, aveva detto il ministro in un’intervista al Corriere della Sera, “era meglio spendere diversamente i soldi. Penso alla 18 App, i 500 euro in buoni da far spendere ai diciottenni. Vale 200 milioni… Meglio far venire la fame di cultura ai giovani, facendoli rinunciare a un paio di scarpe”.

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