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L’ex militante di estrema destra che ha adottato un migrante egiziano

Dal sito della Casa Famiglia Harlock

Cesare Foschi, ex camerata, è ora padre di Mustafà, un 25enne che è arrivato in Sicilia a 16 anni. Dopo essere stato in carcere, il ragazzo avrebbe dovuto essere espulso, ma l'adozione lo ha impedito

Di Anna Ditta
Pubblicato il 31 Ago. 2018 alle 12:13

“Mustafà si è comportato con me meglio di qualsiasi figlio biologico che avessi mai potuto desiderare”. Con queste parole Cesare Foschi, ex militante di estrema destra, spiega perché ha deciso di adottare un ragazzo egiziano arrivato clandestinamente in Italia, e che se non fosse stato per lui sarebbe stato rimpatriato. militante destra adotta migrante

La storia, raccontata da Elis Viettone su Repubblica Roma, sembra paradossale. Foschi è il primo a rendersene conto: “Io, ex militante di estrema destra, ho adottato un ragazzo egiziano”, dice.

Lui è un educatore e nel 2009 ha fondato a Tarquinia, nel Viterbese, una casa famiglia che si chiama Harlock Arcadia.

Lì è arrivato Mustafà quando aveva 16 anni, dopo essere arrivato in Sicilia a bordo di un barcone. È stato il centro di pronto intervento minori della Caritas a metterlo in contatto con Foschi, che lo ha accolto ad Harlock Arcadia insieme ad altri nove ragazzi.

Compiuti 18 anni, Mustafà lascia la casa famiglia e inizia a lavorare in una pizzeria, dove non sempre viene pagato. Suo padre muore, in Egitto, e lui vuole aiutare la madre e la sorella.

In quel momento si perde, e resta coinvolto in una rissa per la quale viene condannato a tre anni e mezzo di carcere.

Nel primo anno, nessuno va a trovarlo. Cesare e gli altri sono arrabbiati con lui.

“Passato il primo periodo le loro visite sono diventate regolari, mi ascoltavano, mi incoraggiavano”, ha raccontato Mustafà a Repubblica.

Gli ultimi 12 mesi della pena, Mustafà li sconta ad Harlock Arcadia, dove intanto è partito un progetto di formazione con la pizzeria “Farina e Tempesta”, di cui anche il ragazzo entra a far parte.

Ma c’è un’altra minaccia che pende sulla testa di Mustafà: per la legge italiana, anche se ha scontato la sua pena, rimane un irregolare e deve essere rimpatriato.

È allora che Cesare Foschi decide di adottare Mustafà.

Il giovane si diploma in mastro pizzaiolo e anche come mediatore culturale. Oggi ha 25 anni, convive da due anni con la fidanzata, e grazie a Cesare può sognare un futuro in Italia.

Tanti altri che, come lui, hanno attraversato il Mediterraneo per venire in Europa, non potranno farlo. Cosa ne pensa Cesare di questo?

“Quando si tratta di minori, dovrebbero essere le regole del diritto internazionale a prevalere”, dice. E Salvini: “Criticare lui significa guardare il dito, non la luna”.

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