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Migranti, il tribunale di Milano: “Le ordinanze dei Comuni contro i richiedenti asilo sono discriminatorie”

Tre comuni della Lombardia sono stati condannati per discriminazione in danno dei richiedenti asilo: dovranno pagare una multa di mille euro a favore di ciascuna delle associazioni (Asgi, Naga e Apn) che hanno presentato il ricorso contro Inzago, Cologno Monzese e Gallarate

Di Marta Facchini
Pubblicato il 23 Nov. 2018 alle 20:40 Aggiornato il 23 Nov. 2018 alle 20:41

I comuni lombardi di Inzago, Cologno Monzese (in provincia di Milano) e Gallarate (in provincia di Varese) sono stati condannati per discriminazione ai danni dei richiedenti asilo dal Tribunale di Milano. Secondo il principio sancito dal tribunale, adottare ordinanze sindacali sulla base della presunta pericolosità dei richiedenti asilo costituisce una “molestia discriminatoria per ragioni etniche e razziali”.

A dare la notizia è l’Asgi, l’Associazione per gli Studi Giuridici dell’Immigrazione, che aveva presentato un ricorso contro il modello unico di “ordinanza sindacale contingibile e urgente” approvato nel 2017 da alcuni comuni lombardi amministrati da sindaci della Lega. Il modello cercava di imporre “una serie di oneri procedimentali” a chi voleva mettere a disposizione i propri immobili per attività di accoglienza dei richiedenti asilo.

Il ricorso è stato portato avanti insieme a Naga (associazione che fornisce assistenza sanitaria, sociale e legale ai cittadini stranieri) e ad Apn (avvocati per niente).

Il ricorso, firmato dagli avvocati Alberto Guarisio e Livio Neri, faceva riferimento al “carattere discriminatorio delle ordinanze che qualificavano la presenza dei richiedenti asilo come un pericolo per la salute pubblica e la sicurezza urbana”.

Il giudice Paola Gandolfi, della prima sezione civile del Tribunale di Milano, ha pienamente accolto le motivazioni delle associazioni e ha condannato i comuni di  Inzago, Cologno Monzese e Gallarate al pagamento di un risarcimento “simbolico”  pari a mille euro a favore di ciascuna associazione.

I tre comuni condannati, ha inoltre stabilito il giudice, dovranno pubblicare la sentenza sul proprio sito internet istituzionale oltre che su “La Prealpina”, quotidiano locale del Varesotto e dell’Alto Milanese.

“Questa decisione mette un freno a quell’opera di diffusione della paura e della avversione nei confronti dei richiedenti asilo perseguita da alcune forze politiche e spesso anche dalle istituzioni e che rischia di condurre alla demolizione del sistema di accoglienza”, hanno risposto le tre associazioni.

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