Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

Metro C Roma, chiusa l’inchiesta su 25 persone per truffa da 320 milioni. Coinvolto anche Alemanno

Credit: ALBERTO PIZZOLI

I reati contestati vanno dalla truffa aggravata ai danni di enti pubblici al falso e alla corruzione

Di Anna Ditta
Pubblicato il 19 Lug. 2018 alle 13:54

Si sono chiuse le indagini della procura di Roma sulle presunte irregolarità dei lavori della metro C. I reati contestati vanno dalla truffa aggravata ai danni di enti pubblici (per 320 milioni)al falso e alla corruzione.

Sono 25 le persone che rischiano di andare a processo. Per la maggior parte si tratta di dirigenti della stazione appaltante Roma Metropolitane e della General Contractor metro C ma la conclusione dell’inchiesta chiama in causa anche alcuni esponenti politici.

L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è accusato di falso e truffa aggravata in concorso con l’allora assessore alla Mobilità Antonello Aurigemma e il direttore della Struttura tecnica di missione del Ministero dei trasporti e delle infrastrutture, Ercole Incalza, che chiedeva al Comune di “esprimersi sulla fondatezza delle Riserve avanzate in corso d’opera da metro C”.

Il procedimento, affidato al pm Erminio Amelio e coordinato dall’aggiunto Paolo Ielo, nasce dall’esposto di un’associazione e da una nota di un collegio sindacale tra il 2013 e il 2014. I pm contestano anche alcuni episodi di corruzione legati ad assunzioni di figli e parenti di funzionari pubblici.

Gli episodi sotto scrutinio sono due. Il primo è l’accordo transattivo del 6 settembre 2011, a seguito del quale Cipe, Stato, Regione Lazio e Comune di Roma hanno pagato 230 milioni di euro per la prosecuzione dei lavori partiti nel 2005, procurando un ingiusto profitto alla Generale Contractor metro C.

Secondo la procura, quei soldi non erano dovuti e per ottenere i finanziamenti gli indagati avrebbero presentato false documentazioni truffando gli enti pubblici.

Il secondo episodio risale settembre 2013 e riguarda il cosiddetto accordo attuativo, che aggiunse altri 90 milioni di euro la cui erogazione, però, non avvenne perché il Dipartimento alla Mobilità del Campidoglio definì “non approvabile” l’atto attuativo. Anche in quel caso il denaro, secondo la procura, era frutto di una truffa agli enti finanziatori delle metropolitana.

La fermata  San Giovanni della metro C è stata inaugurata lo scorso 12 maggio a Roma con un ritardo di 7 anni dal progetto iniziale.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version