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Mentana contro Forza Italia e Pd: “Non basta cambiare gli uomini”

Il direttore di Tg di La7 Enrico Mentana. Credit: AFP

Il direttore del Tg di La7 in un'intervista al quotidiano di Maurizio Belpietro: "M5s e Lega hanno interpretato il cambiamento"

Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 29 Lug. 2018 alle 16:12

Il direttore del Tg di La7 Enrico Mentana ha una visione critica sul futuro di Forza Italia e Partito democratico. Non è questione di leader che cambiano: “Il problema sono ormai quei partiti in quanto tali”. Lo dice in una lunga intervista rilasciata al quotidiano di Maurizio Belpietro La Verità.

“Mi pare difficile che Forza Italia e Partito democratico possano riformarsi dall’interno – dice il direttore – Una componente non salviniana del centrodestra e una forza di opposizione dall’area progressista possono nascere solo da fuori. Con tutto il rispetto per Tajani e Zingaretti, non basta cambiare gli uomini”.

Movimento 5 Stelle e Lega sono al governo “perché hanno interpretato il cambiamento e in qualche modo lo hanno provocato”.

Si sta completando così – spiega il direttore – “la spallata alla politica dei partiti carrozzoni che dietro a una linea ideologica erano in realtà fabbriche di gruppi dirigenti allargati. Per questo credo non ci sia futuro per il Pd che, peraltro, è un prodotto di sintesi”.

I partiti oggi al governo vengono da cinque anni di opposizione totale, prima c’era solo critica serrata. “In una legislatura il Pd ha guidato ed egemonizzato tre governi, scelto ed eletto due presidenti della Repubblica, partendo da uno 0.5 per cento in più del Movimento 5 Stellette era esordiente. È stata l’ingordigia finale di quel partito”.

È un governo, questo, che durerà “anche tantissimo”, dice Mentana, “per il sostegno iniziale dell’opinione pubblica e per lo stato confusionale delle opposizioni”.

Alcune crepe, però, già si vedono. Come per la questione del riconoscimento dei figli delle coppie omosessuali: ma – precisa Mentana – “non sempre le crepe rendono più debole e più forte l’opposizione”.

C’è la possibilità, infatti, che “la parte destra e la parte sinistra del governo si allarghino sullo scacchiere schiacciando ulteriormente l’opposizione”.

In materia di immigrazione, il direttore del Tg di La7 punta il dito contro la gestione di Renzi e Alfano. “La situazione si è incattivita a causa dell’incapacità di Renzi e Alfano di affrontare quella che era una emergenza ben più di oggi”.

“La tendenza a un’accoglienza pasticciona e disorganizzata – continua il direttore – ha lasciato crescere una corrente di opinione che definisce le Ong organizzazioni di vicescafisti o vicenegrieri. Chi conosce l’attività di queste persone sa che in prevalenza sono dedite al prossimo e disinteressate”.

E aggiunge: “Quando Di Maio, Salvini e il centrodestra esultarono di fronte al procuratore di catania, Carmelo Zuccaro, che ipotizzava che le Ong fossero finanziate dai trafficanti di uomini, si capì che la politica aveva imboccato la via dell’intransigenza: no ai migranti e all’indice chi li salva”.

“Sono passati quindici mesi dall’inchiesta del procuratore di Catania e non è ancora emerso nulla di concreto”.

Mentana non risparmia nemmeno la posizione di alcuni intellettuali di sinistra, con riferimento a Roberto Saviano e il suo “ministro della malavita”: “Alcune azioni di Salvini sui migranti mi trovano in forte disaccordo ma non lo chiamerei mai ministro della malavita. Se dissenti e discuti nel merito sei nel campo della politica. Se consideri un politico ontologicamente avversario sei sul terreno della demonizzazione”.

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