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La “vespa di mare”, la medusa che ha ucciso la piccola Gaia Trimarchi

Conosciuta come "Box Jellyfish" o "vespa di mare", è una delle meduse più velenose del pianeta. Credit: Getty

È una delle specie di meduse più velenose al mondo. Vive nelle acque calde dell'Indo-Pacifico, tra Australia e Filippine

Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 5 Ago. 2018 alle 13:00 Aggiornato il 5 Ago. 2018 alle 13:01

È considerata una delle meduse più velenose del pianete, la “Box Jellyfish”. Conosciuta anche come “medusa-vespa” o “medusa scatola”, il suo nome scientifico è Chironex fleckeri.

Un esemplare di questa specie ha punto e ucciso la piccola Gaia Trimarchi, la bambina romana di sette anni morta nelle Filippine lo scorso 26 luglio mentre era in vacanza insieme ai genitori. Gaia è venuta a contatto con questa medusa, talmente velenosa da poter uccidere anche nel giro di un minuto.

Gaia è stata portata d’urgenza nell’ospedale più vicino, ma non ce l’ha fatta. A causare la sua morte una forte reazione allergica.

Venire a contatto con i tentacoli, che possono essere lunghi anche tre metri, può essere letale. La pericolosità di questa specie di medusa è dovuta alle migliaia di cellule velenifere che si trovano lungo i tentacoli.

Nuotando, i tentacoli di questi animali si contraggono fino a quindici centimetri. Mentre l’animale è a caccia, invece, i tentacoli tendono ad assottigliarsi, allungandosi fino a tre metri. Le migliaia di microscopiche nematocisti che ricoprono i lunghi tentacoli secernono veleno e possono essere letali qualora al soggetto che viene a contatto con l’animale non viene somministrato in fretta l’antidoto.

Quando i tentacoli della medusa toccano la pelle umana, si avverte un dolore molto intenso accompagnato da una forte sensazione di calore. Quando entra in circolo nel sangue, il veleno della “Box Jellyfisch” provoca violenti spasmi muscolari, paralisi respiratoria e fino all’arresto cardiaco. Tutti sintomi, questi, che si avvertono nel giro di due, al massimo tre minuti.

La “vespa di mare” vive nella fascia costiera dei mari del nord dell’Australia e del Sudest asiatico. Si nutre di crostacei e piccoli pesci. Solo l’anno scorso, questa specie di medusa avrebbe fatto circa settanta vittime in tutto il mondo.

È “una specie molto pericolosa per l’uomo”, ha spiegato Gerry Reyes, biologo marino della guardia costiera filippina, intervistato da Abs-Cbn. “È essenziale, in questi casi, l’aceto”, che aiuta a “neutralizzare il veleno”, riducendone l’impatto, ha specificato l’esperto.

Per la piccola Gaia, invece, non c’è stato nulla da fare. La bambina stava raccogliendo conchiglie nelle acque basse dell’isola di Sabitang Laya. All’improvviso, Gaia ha iniziato a urlare per il dolore. La gamba della bambina era venuta a contatto con una medusa. A raccontare la tragica vicenda è stata la madre della piccola Gaia, Manette Trimarchi, intervistata dalla stampa locale.

“Le sue pupille erano dilatate, i segni vitali erano spariti”, ha riferito uno dei medici, Minerva Aguirre, alla Abs-Cbn News, spiegando che la bambina è stata probabilmente vittima di una gravissima reazione allergica, forse uno shock anafilattico.

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