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Matteo, 39 anni, disabile: “L’amore, l’intimità e il sesso non si comprano ma anche io ne ho diritto”

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 11 Lug. 2019 alle 13:39 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:58

Disabile sessualità erotismo | Raccontare la sessualità in tutte le sue sfaccettature, ricordandosi che non è esclusivo appannaggio delle persone normodotate. Parlare liberamente delle proprie esigenze, dei propri desideri, sentirsi liberi di farlo e non costretti dalla società a fingere che il sesso, l’intimità, l’amore, non siano esigenze comuni a ogni essere umano.

Lo aveva spiegato a TPI Anna Senatore, dal 2013 impegnata nel diritto al benessere psicofisico dei disabili. Anna, 46 anni e tre figli, vive a Ferrara, ha seguito il corso della LoveGiver e ha assistito Matteo, un ragazzo tetraplegico, nel percorso di scoperta dell’affettività e dell’intimità che non può prescindere dalla scoperta del proprio corpo.

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Anna e Matteo sono i protagonisti della quarta puntata della serie “Il Corpo dell’Amore”: quattro puntate in seconda serata su Rai 3 dal 31 maggio che raccontano le storie di altrettanti disabili alla ricerca di un’affettività libera e indipendente.

Ora Matteo racconta a TPI la sua esperienza, spiega quali sono state le sue emozioni e quale sia stato il percorso di riscoperta del proprio corpo.

Avevi mai pensato di affidarti a una persona estranea per imparare cosa fosse l’affettività e l’intimità?

Pagare una donna vuol dire non avere sentimenti, ho preferito la professionalità. Cerco una relazione, non una escort. Un’esperienza, non solo sessuale ma anche affettiva. Prima ho cercato tra le mie conoscenze e non ho trovato nessuna persona disponibile e quindi ho pensato di rivolgermi all’esterno. Ad ogni modo la casualità non mi è mai piaciuta in quanto essendo un aspetto intimo e di una certa importanza ho preferito affidarmi a una persona che ero sicuro che avesse una formazione adeguata.

Quanto è stato difficile instaurare un rapporto di fiducia con Anna?

Con Anna c’è stata fin da subito complicità e dopo vari incontri ho provato serenità e tranquillità, lei faceva le cose normali senza farmi sentire a disagio. C’era corporeità anche senza toccarci. Non è stato difficile. Anna si è subito dimostrata simpatica e ha messo davanti la sua professionalità sul percorso da svolgersi. Essendo lei una persona estremamente empatica ha instaurato con me la giusta alchimia grazie alla complicità e alla sua personalità. Se questo non fosse accaduto non sarei mai riuscito a portare avanti il progetto LoveGiver.

Cosa hai pensato durante i vostri primi incontri? 

Mi son chiesto se io e lei potessimo diventare una coppia oltre il suo mandato, ma ha chiarito da subito molto bene il suo ruolo e io l’ho accettato. Durante gli incontri ho pensato che Anna con gli occhi mi dava segnali positivi, con lei mi sono sentito un uomo come gli altri anche se non muovo le gambe.

Quanto è stato difficile parlare dei tuoi sentimenti e desideri? 

L’autoerotismo è limitante. A quarant’anni mi sento come una pentola a pressione senza uno sfiato. All’inizio è stato difficile scardinare un argomento che non ero mai riuscito ad affrontare, successivamente con la complicità che si stava instaurando con Anna le ho dato le password della mia interiorità.  il mondo esterno mi ha sempre bloccato.

Quali pensi siano i pregiudizi della società nei confronti delle persone diversamente abili?

Innanzitutto, noi diversamente abili veniamo etichettati come eterni bambini e dunque persone a cui la sessualità non appartiene. Credo che la società ponga degli enormi ostacoli come muri, a cui io affidandomi al comitato LoveGiver e grazie alla mia partecipazione alla trasmissione “Il Corpo dell’Amore” ho contribuito ad aprire delle porte.

Cosa pensi della sessualità e dell’intimità?

Per me l’intimità e la sessualità sono la massima espressione dell’amore, per cui le due cose non possono scindere tra di loro

Inoltre credo che la sessualità, che sia riferita a un normo dotato o un disabile, sia una scelta, un diritto, in quanto fa parte della natura umana.

Come sono cambiati i tuoi pensieri sul tema nel corso degli anni? 

Durante la pubertà, periodo in cui ho scoperto la mia sessualità, mi sono reso conto di non essere autonomo e di non poter fare liberamente le mie esperienze dunque ho soffocato la mia intimità. Attraverso Anna ho capito i ruoli delle varie persone che mi circondavano.

C’è stato qualcosa che ti ha fatto soffrire? Se sì, cosa?

Mi ha fatto soffrire la mia non autonomia e il rifiuto da parte dell’altro sesso in alcune situazioni.

Cosa hai imparato con Anna? Qual è il ricordo più bello che ti rimane?

Non mi vergogno più di mostrare il mio corpo. Anna mi ha insegnato a gestire le mie emozioni e i miei impulsi, a scoprire il corpo femminile. Il ricordo più bello che ho con lei è riferito al nostro ultimo appuntamento che si è concluso con un abbraccio durato quaranta minuti. Stare a letto abbracciato con una donna.

Cos’è per te l’amore?

L’amore è indispensabile, è il carburante della vita, è un sentimento universale che ha tante sfaccettature e che ogni essere umano deve dare e deve ricevere.

Cosa ti auguri? 

Penso e spero che tutto questo possa servire a smuovere la sensibilità e gli animi di tutti in modo tale da poter sconfiggere e abbattere i pregiudizi e i tabù che riguardano la sessualità delle persone ma soprattutto dei disabili.

Disabile sessualità erotismo | Anna, l’assistente che aiuta i disabili a scoprire l’erotismo: “La sessualità è consapevolezza del corpo”

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