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    Mattarella in visita in Georgia il 16 e 17 luglio

    Il presidente Mattarella

    Il presidente della Repubblica è in visita in Georgia prima di proseguire per l'Azerbaigian. La Gergia sarà il prossimo paese ad entrare nella Nato

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 17 Lug. 2018 alle 11:27 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 11:37

    Il 16 e il 17 luglio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è in visita di Stato in Georgia, per poi proseguire il 18 e il 19 luglio in Azerbaigian.

    Il 30 e 31 luglio il presidente Mattarella sarà invece in Armenia.

    La Georgia entrerà presto nella Nato, come confermato il 12 luglio 2018 a Bruxelles dal segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg, nella conferenza stampa con il presidente georgiano Giorgi Margvelashvili.

    “Le relazioni della Georgia con l’Alleanza Atlantica sono uniche nel suo genere e in 10 anni di attività della Commissione Georgia-NATO la partnership è diventata molto stretta. La Georgia è il più importante partner operativo e un amico fidato”, ha detto Stoltenberg.

    La Georgia, ex repubblica sovietica, si trova proprio sulla linea di confine tra Europa e Asia, e si affaccia sul Mar Nero.

    Programma della visita

    Il presidente è atteso a Tblisi, in Georgia, per lunedì 16 luglio nel primo pomeriggio.

    Il trasferimento a Baku è previsto martedì sera e il presidente farà rientro a Roma giovedì 19 luglio.

    Mattarella è accompagnato dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi: la visita ha come obiettivo principale la promozione della cooperazione economica e culturale tra i due paesi caucasici e l’Italia.

    In Georgia il presidente ha in programma di incontrare sia personalità istituzionali, tra cui il presidente Giorgi Margvelshvili, che imprenditori locali e italiani attivi in Georgia.

    Dopo un pranzo di Stato con il presidente georgiano, i due procederanno alla firma di accordi bilaterali.

    Il 17 luglio, Mattarella incontrerà il patriarca Ilia II e il primo ministro Mamuka Bakhtadze.

    Tra gli appuntamenti, anche l’incontro all’Università statale di Tbilisi con il sindaco della capitale Kakha Kalaze, ex calciatore del Milan.

    In Azerbaigian, il 18 luglio Mattarella incontrerà il presidente Ilham Aliyev, alla Zagulba, sua residenza ufficiale, per la firma di accordi bilaterali.

    Il presidente si recherà poi all’impianto industriale di produzione di polipropilene costruito dall’azienda italiana Maire Tecnimont.

    L’Italia acquista dall’Azerbaigian petrolio e gas, mentre vende tecnologie all’avanguardia.

    Il giorno dopo Mattarella prenderà parte alla cerimonia di inaugurazione di una mostra dedicata a Ismail I Sophi con dipinti provenienti dagli Uffizi di Firenze. Dopo una visita alla città di Baku, il presidente farà ritorno a Roma.

    Nella visita il presidente Mattarella sarà accompagnato anche dalla figlia Laura.

    La guerra in Georgia del 2008

    Nel 2008 la Georgia è stata protagonista di una guerra combattuta dalla Georgia da una parte e da Russia, Ossezia del Sud e Abcasia dall’altra.

    La seconda guerra in Ossezia del Sud scoppiò nella notte fra il 7 e l’8 agosto 2008, con l’ingresso dell’esercito georgiano nel territorio dell’Ossezia, dopo numerosi scontri nell’area. L’obiettivo dell’offensiva era riconquistare il controllo della regione contesa.

    Poche ore dopo la Federazione Russa, presente in Ossezia del Sud e Abcasia, intervenne, respingendo rapidamente l’esercito georgiano. La Georgia chiese aiuto contro la Russia e intervennero, fornendo un supporto diplomatico e non militare, la Svezia, gli Stati Uniti d’America e la Polonia.

    L’offensiva coinvolse un’ampia parte del territorio della Georgia, nei pressi di Tblisi fino al porto di Poti sul Mar Nero.

    Il cessate il fuoco fu firmato qualche giorno dopo, grazie anche alla mediazione dell’Unione europea. L’accordo preliminare di cessate il fuoco prevedeva il ritiro sulle posizioni prima dell’offensiva e l’impegno della Georgia a non usare la forza contro le due repubbliche secessioniste.

    Nei mesi successivi furono create due zone cuscinetto dalla Russia per prevenire possibili futuri attacchi verso l’Ossezia del Sud e l’Abcasia e dal 1 ottobre 2008 nelle due zone cuscinetto vennero schierati 200 osservatori militari dell’Ue.

    La Russia si ritirò definitivamente dall’area l’8 ottobre 2008.

    La Russia ha riconosciuto l’indipendenza di Ossezia del Sud ed Abcasia il 26 agosto 2008. Le due repubbliche sono stati a riconoscimento limitato, ovvero stati de facto indipendenti e sovrani, ma non riconosciuti da tutti gli stati a livello internazionale. Oggi Mosca ha accordi militari con entrambe le repubbliche.

    L’Abcasia è attualmente riconosciuta da Russia, Nicaragua, Venezuela, Nauru, Siria, Vanuatu e Tuvalu e da 3 paesi non membri Onu che sono Ossezia del Sud, Transnistria e Artsakh.

    L’Ossezia del Sud è invece riconosciuta da Russia, Nicaragua, Venezuela, Siria, Tuvalu e Nauru e da 3 paesi non membri, Abcasia, Artsakh e Transnistria.

    Si tratta del primo capo di Stato a recarsi in Georgia e Azerbaigian.

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