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Torino, manichini bruciati in piazza. Salvini: “È una schifezza”. Quando i giovani padani davano alle fiamme il fantoccio della Boldrini commentava: “Una sciocchezza”

Due manichini che raffigurano Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono stati bruciati in piazza Castello a Torino durante la manifestazione organizzata oggi, venerdì 12 ottobre, dagli studenti contro il governo e per il diritto allo studio

Di Marta Facchini
Pubblicato il 12 Ott. 2018 alle 20:34

Due manichini che raffigurano Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono stati bruciati in piazza Castello a Torino durante la manifestazione organizzata oggi, venerdì 12 ottobre, dagli studenti contro il governo, per il diritto allo studio e alla sicurezza nella scuola.

Sui lampioni della piazza, dove è arrivato il corteo, sono state attaccate alcune foto dei leader della Lega e del Movimento 5 Stelle con il volto imbrattato di vernice rossa.

La polizia ha identificato e denunciato le due autrici del gesto: sono due attiviste, di 17 e 18 anni, del centro sociale Askatasuna.

“Le due ragazze sono state denunciate per vilipendio delle istituzioni e per l’accensione di fumogeni. Spero che la denuncia per vilipendio, un reato di epoca medievale, venga archiviata il prima possibile e che inizi un percorso sereno di confronto con gli studenti. La repressione non porta mai nulla di buono”, ha scritto su Facebook il vicepremier e leader del M5s Luigi Di Maio.

“Ci sono ragazzi che stanno manifestando, per prima cosa vediamoci, le porte del ministero sono aperte, parliamo. Costruiamo insieme una nuova scuola”, ha affermato il ministro.

“Andate avanti, ho fatto il rappresentante degli studenti per cinque anni, so bene quale è il valore di una pressione sociale pacifica. Ma non è vero che tagliamo a scuole e università. Vediamoci per un confronto”, ha concluso.

Diversa l’opinione del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini:“Questi ‘democratici’ studenti, coccolati dai centri sociali e da qualche professore, avrebbero bisogno di molte ore di educazione civica. Forse capirebbero che bruciare in piazza il manichino di Salvini, e di chiunque altro, o appenderne ai lampioni le immagini è una cosa schifosa”.

Quando a gennaio 2018 i giovani padani avevano bruciato in piazza a Busto Arsizio un fantoccio raffigurante Laura Boldrini, le reazioni di Salvini erano state diverse.

In occasione della “Giobia” – una festa popolare nel Nord Italia, organizzata l’ultimo giovedì di gennaio, quando si dà alle fiamme un pupazzo di cartapesta come segno di buon auspicio per il nuovo anno – il Movimento Giovani Padani aveva dato alla fiamme un manichino rappresentante l’allora presidente della Camera.

Il simulacro dell’ex rappresentante dell’Unhcr era stato messo sulla nave “Costa Discordia”, ed era stato dato alle fiamme insieme a quello di Paolo Gentiloni e Donald Trump.

In quell’occasione, Salvini aveva commentato la vicenda definendola una “sciocchezza”.

Boldrini aveva chiesto che il leader leghista chiedesse scusa ed era intervenuto anche il presidente del Senato Pietro Grasso, definendo “disgustoso” l’atto dei giovani.

“Non ho parole per descrivere il disgusto provato nel vedere le immagini di Busto Arsizio. Un fantoccio raffigurante Laura Boldrini da bruciare in piazza. Chi brucia fantocci ricorda chi bruciava i libri e il motivo per cui lo faceva. La mia solidarietà a Laura”, aveva commentato Grasso.

Il leader della Lega, intervenuto al programma radiofonico su Radio Capital Circo Massimo, aveva affermato: “Mi dicono che lì c’è una tradizione, bruciano immagini, a me i roghi piacciono ma bruciare un fantoccio così è una sciocchezza”.

I vertici provinciali della Lega di Varese avevano minimizzato il gesto parlando di “goliardia giovanile”.

“La gogliardia giovanile non voleva mancare di rispetto all’oramai ex presidente della Camera”, avevano detto i dirigenti leghisti, che ricordano come sia “comunque tradizione in Lombardia bruciare in questo periodo il vecchio per augurarsi un anno migliore che possa andare oltre agli aspetti negativi appena passati”.

Il  coordinamento federale del Movimento Giovani Padani di Milano, invece, si era dissociato “nella maniera più assoluta rispetto a quanto accaduto questa sera nella piazza di Busto Arsizio”.

I vertici milanesi del Movimento avevano sottolineato che il loro contrasto alle “pessime politiche del governo” avviene “con la sola forza delle idee, non con atti di violenza”.

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