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Mafia, confiscati 150 milioni a Cosa Nostra: inflitrazioni nel mercato ortofrutticolo di Palermo

Le indagini della Direzione investigativa antimafia di Palermo hanno accertato l'infiltrazione della criminalità organizzata nel Mercato ortofrutticolo di Palermo

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 14 Ago. 2018 alle 07:30

Oggi, 14 agosto 2018, la Direzione investigativa antimafia di Palermo ha confiscato un ingente patrimonio appartenente agli imprenditori Angelo e Giuseppe Ingrassia, ritenuti vicini alla mafia locale.

A disporre il provvedimento è stata la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, che ha riconosciuto l’influenza di Cosa Nostra sul mercato ortofrutticolo.

Lo Stato ha così messo le mani su beni per 150 milioni di euro, sottratti ai due imprenditori.

Le indagini della Direzione investigativa antimafia di Palermo hanno accertato l’infiltrazione della criminalità organizzata nel Mercato ortofrutticolo di Palermo.

L’organizzazione agiva sia direttamente sia attraverso prestanome, sotto l’influenza della cosca dell’Acquasanta capeggiata dalla famiglia Galatolo.

I due imprenditori, titolari di vari stand, erano riusciti a monopolizzare l’attività del mercato attraverso i servizi forniti dalla Cooperativa Carovana Santa Rosalia, che si occupa della compravendita di merce e della fornitura di servizi come facchinaggio, parcheggio, trasporto e vendita di cassette di legno e altro materiale da imballaggio.

Sono stati confiscati anche numerosi fabbricati, appartamenti, terreni, negozi e magazzini, quote di partecipazione societaria, autocarri, auto e moto veicoli, oltre a diversi rapporti bancari e rapporti finanziari.

Inoltre, l’imprenditore Giuseppe Ingrassia è stato ritenuto “socialmente pericoloso” ed è stato quindi sottoposto alla sorveglianza speciale per un periodo di 4 anni.

La Direzione di Palermo ha scoperto una vera e propria “regia occulta” così potente da essere in grado di prestabilire il prezzo dei beni in vendita, di controllare il trasporto su gomma da e per la Sicilia occidentale e i principali centri di approvvigionamento, oltre a gestire le attività connesse al commercio interno, riuscendo così a garantire all’organizzazione criminale guadagni cospicui.

Tra le accuse figurano anche alcune ordinanze emesse in precedenza dal gip di Napoli a carico di alciuni indagati, fra figurano cui Gaetano Riina, fratello di Totò Riina, ritenuti in grado di controllare il trasporto su gomma da e per i mercati ortofrutticoli di Fondi, Aversa, Parete, Trentola Ducenta e Giugliano verso i mercati siciliani di Palermo, Catania, Vittoria, Gela e Marsala.

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