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Mafia e energia eolica

La magistratura ha effettuato il più grande sequestro di beni mafiosi della storia, tra cui vasti parchi di energia eolica

Di Michele Teodori
Pubblicato il 11 Apr. 2013 alle 10:59

La magistratura italiana ha confiscato una settimana fa il più grande ammontare di beni mafiosi nella storia, tra cui decine di aziende per la produzione di energia pulita. Il valore complessivo dei beni ammonta a 1,3 miliardi di euro.

Tutte le proprietà erano intestate a Vito Nicastri, 57 anni, uomo d’affari soprannominato il ‘re del vento’ a causa dei suoi vasti possedimenti di parchi eolici, creati investendo il denaro ricavato dalla vendita di droga, da estorsioni e altre attività illecite. Era un prestanome per Cosa Nostra e il suo boss Matteo Messina Denaro, il quarto latitante più ricercato al mondo.

Grazie ai suoi contatti nella malavita, Nicastri è passato da fare l’elettricista a essere uno dei maggiori investitori italiani in energie alternative, un settore che godeva di enormi incentivi pubblici fino all’anno scorso. Questo è un settore in cui il denaro può essere facilmente riciclato, secondo il capo dell’Antimafia De Felice.

Il patrimonio confiscato ammonta a 43 aziende, decine di conti bancari, ville, appartamenti, yacht e auto di lusso – un indicatore allarmante dell’entità della partecipazione della mafia nella produzione di energia pulita.

Nel loro insieme, le principali mafie italiane – Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra – avrebbero un fatturato annuo di 116 miliardi di euro, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine. Un volume di affari annuale superiore a quello dell’Eni, la più grande azienda italiana.

L’Italia è nelle prime posizioni in Europa nella creazione di energia elettrica pulita. Il Bel Paese genera oltre il 26 per cento della sua energia da fonti rinnovabili, l’ammontare di energia eolica è sufficiente da sola per illuminare una città delle dimensioni di Roma. 

 

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