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Lodi, il Comune si arrende: cancellata la norma contro i bambini stranieri in mensa

Di TPI
Pubblicato il 21 Dic. 2018 alle 15:48 Aggiornato il 21 Dic. 2018 alle 15:49

Il Comune di Lodi ha cancellato le modifiche al regolamento che rendevano più difficile ai cittadini extracomunitari di accedere ai servizi agevolati, come la mensa. L’amministrazione guidata dal sindaco leghista Sara Casanova si adegua quindi alla decisione del Tribunale di Milano. 

Con una votazione terminata all’alba di stamattina il Consiglio Comunale ha infatti dato adempimento all’ordine del Tribunale di Milano e azzerato le modifiche al regolamento che imponevano ai cittadini stranieri la presentazione di documentazione aggiuntiva dei Paesi di origine per accedere alle tariffe agevolate per le prestazioni sociali, spiegano le associazioni che hanno seguito la vicenda fin dal primo momento, il Coordinamento Uguali Doveri, Asgi e Naga. 

Le modifiche agli articoli 8 e 17, che erano state introdotte nell’ottobre 2017, sono state integralmente cancellate “e la situazione è quindi tornata ad essere quella che è sempre stata” spiegano le associazioni: “Ciascun cittadino di Lodi potrà accedere alle tariffe sulla base del proprio ISEE e italiani e stranieri tornano ad essere trattati in maniera uguale”. 

Uguali “nel dovere di fornire alla pubblica amministrazione tutte le notizie richieste sui loro redditi e patrimoni; uguali nella soggezione a verifiche, ma uguali prima di tutto nel diritto di accedere alle prestazioni sociali senza essere vittime di pretese irragionevoli e, soprattutto, contrarie alla legge dello Stato”.

“Si chiude così ufficialmente la triste vicenda della discriminazione che ha portato Lodi alla ribalta nazionale, che ha portato i bambini a doversi dividere tra chi mangiava in mensa e chi no, tra chi saliva sullo scuola bus e chi andava a piedi, riproducendo immagini che speravamo di veder relegate allo scorso secolo” scrivono le tre associazioni.

“Spiace che la Giunta comunale, anziché cogliere l’occasione per superare definitivamente le fratture da lei stessa create e anziché prendere atto delle approfondite motivazioni fornite dal Tribunale abbia continuato a prendersela con presunte strumentalizzazioni e abbia deliberato di proporre appello, procrastinando così di anni la formale chiusura della vicenda”. 

Questo “lieto fine”, come spiega il Coordinamento Uguali Doveri e le associazioni che hanno promosso il ricorso sono “una piccola-grande vittoria della ragionevolezza, dell’uguaglianza e della legalità, e augurano a tutti buone feste”. 

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