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“Entrano solo coppie etero”: la selezione omofoba di un locale di Roma

Di Veronica Di Benedetto Montaccini
Pubblicato il 25 Feb. 2019 alle 12:20

È stato vietato l’ingresso a una coppia, soltanto a causa della loro omosessualità, in uno storico locale di Roma.

“Non potete entrare”: ecco cosa si sono sentiti dire i due compagni Giovanni e Marino all’entrata del club in via Libetta. Un sabato sera in cui erano semplicemente in cerca di una serata tranquilla, con musica e apericena: i due decidono così di mettersi in lista per non dover fare lunghe code.

I due fidanzati indossano un dress-code elegante, una camicia pulita e un paio di pantaloni. Quando arrivano all’ingresso si stanno tenendo per mano, un gesto naturale e innocente.

Tirano fuori il portafogli ma il capo dei buttafuori gli dice senza battere ciglio: “Non potete entrare”. Loro, indignati e increduli, tirano fuori le loro ragioni: “Perché? Siamo in lista”. La risposta del buttafuori gela la coppia: “Spiacenti, qui entrano solo coppie uomo-donna”.

Quindi l’abbigliamento andava bene (spesso invece la selezione avviene proprio sui vestiti), quello che invece ha infastidito il locale romano è stata la scelta sentimentale dei due.

La denuncia di Marino è molto dura: “Nel 2019 essere respinti in quanto coppia gay ci pare un’assurdità. Non eravamo lì per provocare ma per bere una cosa in pace. E invece… Via Libetta ha fama di essere la strada di una movida che accoglie tutti. Possibile che invece faccia queste distinzioni?”, dice l’uomo.

Il suo ragazzo è infuriato e spiega che non erano lì “in abbigliamento frou frou o trasgressivo, ognuno ha la sua sensibilità Ma ci ha colpito molto l’atteggiamento ostile da parte del buttafuori”.

La coppia potrebbe anche fare causa ai titolari del club per discriminazione per l’orientamento sessuale, ma non è questa la loro intenzione: “L’unica cosa che ci aspettiamo sono le loro scuse”.

Costretti ad andare via, i due ragazzi sono andati alla fine a mangiare una pizza. Ma l’accaduto non va preso troppo alla leggera.

L’Arci Gay ha più volte denunciato episodi del genere nella Capitale, sottolineando che aumentano il rischio di omofobia e odio del diverso nell’opinione pubblica.

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