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La lista dei presunti combattenti Isis presenti in Italia diffusa dall’Interpol

I cinquanta sospettati, di nazionalità tunisina, starebbero tentando di raggiungere altri paesi europei

Di Noemi Valentini
Pubblicato il 31 Gen. 2018 alle 14:36 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:30

L’Interpol ha stilato una lista di cinquanta sospettati affiliati all’Isis, tutti cittadini tunisini, che sarebbero recentemente sbarcati in Italia e starebbero ora cercando di raggiungere altri paesi europei.

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Il 29 novembre 2017 il Segretariato generale dell’Interpol ha inviato la lista al Ministero dell’Interno italiano, che l’ha distribuita alle altre agenzie anti-terrorismo europee.

Alcuni dei sospettati erano già stati identificati al momento dello sbarco dalle autorità, che ne avevano registrato nomi, cognomi e date di nascita, e quattro sono già noti all’intelligence europea.

Lo scorso luglio, il Guardian aveva ottenuto dall’Interpol una lista di 173 sospettati combattenti dell’Isis che sarebbero stati addestrati a lanciare attacchi in Europa come vendetta per le sconfitte militari in Medio Oriente.

“L’Interpol manda regolarmente allarmi e aggiornamenti ai suoi uffici centrali nazionali sui terroristi e criminali ricercati”, ha detto un portavoce dell’organizzazione al Guardian.

Secondo le stime delle Nazioni Unite, circa 5.500 tunisini hanno combattuto per l’Isis in Siria ed Iraq. Nessun altro paese esterno al conflitto registra tra i suoi cittadini un numero così alto di affiliati.

I sospettati sarebbero arrivati in Italia tra luglio e ottobre 2017 su pescherecci o piccole navi in ottime condizioni, in uno dei tanti “sbarchi fantasma” che raggiungono le coste siciliane riuscendo ad eludere i controlli della guardia costiera italiana e della polizia.

Leggi anche: Gli sbarchi fantasma dei migranti in Sicilia

La spiaggia Torre Salsa, ad Agrigento, è una delle mete più gettonate per i tunisini che cercano di raggiungere l’Europa.

La maggior parte di loro salpa a Ben Guerdane, città sul confine tra Tunisia e Libia scenario degli scontri del 2016 tra l’esercito tunisino e Daesh in cui morirono almeno 28 civili.

Luigi Patronaggio, procuratore capo di Agrigento, ha dichiarato: “Non si può escludere che in questi viaggi fantasma si nascondano anche alcuni affiliati al terrorismo jihadista”.

Secondo i dati del ministero dell’Intero, più di 5.500 tunisini sono arrivati e sono stati identificati in Italia nel 2017. Lo stato ne ha rimpatriati con voli bisettimanali già 2.193, identificati come clandestini migrati per motivi economici.

Ogni anno l’Italia spende circa 3.5 milioni di euro in rimpatri verso la Tunisia, ma difficilmente questi avvengono entro entro 7 giorni.

Molti migranti passano quindi mesi nei CPR (Centri di permanenza per il rimpatrio), e alcuni scappano verso nord prima di essere imbarcati.

 

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