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L’Onu interviene per la Shalabayeva

Ha chiesto al Kazakistan e all’Italia di trovare una soluzione per un “rientro veloce” della Shalabayeva e di sua figlia

Di Gualtiero Sanfilippo
Pubblicato il 19 Lug. 2013 alle 15:43

Gli esperti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite condannano “l’espulsione illegale” dall’Italia di Alma Shalabayeva, moglie di Mukhtar Ablyazov, e della figlia Alua. L’Onu ha invitato Roma e Astana a trovare un accordo per il “rapido” rientro delle due donne in Italia.

“Italia e Kazakistan devono procedere nella ricerca dei responsabili della deportazione”, questo è l’invito delle Nazioni Unite. Lo ha comunicato l’Organizzazione in una nota diffusa dall’ufficio per i diritti umani a Ginevra.

Stando alla nota, “le circostanze che hanno condotto alla deportazione del 31 maggio, spingono a credere che si sia trattato di una mossa straordinaria (extraordinary rendition), cosa che ci preoccupa molto”.

In questo caso, “straordinaria” sta per “illecita” e l’Organizzazione ha pressato per far sì che le due nazioni riportino la situazione a uno stato ottimale facendo rientrare le Shalabayeva, madre e figlia, in Italia e ponendo fine alle polemiche che hanno minacciato la stabilità della coalizione di governo.

Il report punta il dito contro l’Italia, quella nazione che avrebbe violato le garanzie del giusto processo privando la donna della possibilità di appellarsi contro l’estradizione.

Inoltre, il rapporto ricorda che nel 2011 il dissidente politico Mukthar Ablyazov, oppositore del presidente Nursultan Nazarbayev, ottenne asilo politico nel Regno Unito per poi fuggire nuovamente qualche tempo dopo su suggerimento della polizia che lo aveva informato di un possibile pericolo per la sua vita.

Sembrerebbe così che Shalabayeva fosse legalmente residente in Italia. Anche se proprio il ministro Alfano ha confermato che la Shalabayeva, essendo clandestina, è stata espulsa con un procedimento regolare.

I tre esperti dell’Onu, Francois Crèpeau, Juan E. Mèendez e Gabriela Knaul, si sono detti “incoraggiati di aver visto l’Italia ammettere pubblicamente che la deportazione fosse illegittima e inaccettabile”.

Anche se le autorità italiane “hanno sottovalutato la possibilità che le Shalabayeva potessero diventare oggetto di persecuzione”.

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