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    “Io condannata per aver trasportato migranti in Francia”, parla l’italiana Francesca Peirotti

    Francesca Peirotti

    Francesca Peirotti, 31enne italiana, è stata condannata a 6 mesi di carcere per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina dopo aver aiutato alcuni migranti nel 2016

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 6 Ago. 2018 alle 13:49 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 23:53

    Alla fine di luglio la trentunenne italiana Francesca Peirotti è stata condannata a 6 mesi di carcere dalla corte di Appello di Aix-en-Provence, in Francia, che l’ha riconosciuta colpevole di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

    La condanna al carcere, sospesa con la condizionale, è arrivata dopo una sentenza in primo grado molto più lieve, una multa da mille euro.

    Nonostante la nuova condanna, Peirotti ha dichiarato a TPI.it che lei e il suo avvocato non si fermeranno. “Abbiamo fatto appello e andremo avanti”, ha detto.

    A novembre 2016 Peirotti, originaria di Cuneo ma residente a Marsiglia, tentò di portare (illegalmente secondo l’accusa) otto richiedenti asilo da Ventimiglia oltre il confine francese di Mentone.

    I migranti erano originari dell’Eritrea e del Ciad, e tra loro c’era anche un neonato. Il trasporto avvenne su un furgone con il logo della Croce Rossa, e la ragazza venne fermata dalla polizia francese sull’autostrada all’altezza di Mentone.

    “Ho aiutato degli amici”, è la versione dell’italiana. “Li ho accompagnati a Nizza e avevo intenzione di ospitarli a casa mia. Gli avrei chiesto dove fossero diretti e se avessero avuto bisogno di abiti o altro. Li stavo solo aiutando”.

    Francesca Peirotti è convinta che il suo sia stato un processo politico.

    “È palese che sono andati ben oltre i fatti”, dice a TPI.it. “Ma va bene perché anche il nostro a Nizza era stato un processo politico, in cui avevamo cercato di spostare l’attenzione sul vero problema: cioé le frontiere e cosa causano”.

    “Non sono certo io una vittima di questo”, aggiunge. “Sono tutte quelle persone bloccate in condizioni disumane dalla Libia a tutti i confini interni in Europa”.

    In una precedente intervista, l’italiana aveva detto che il confine di Ventimiglia per chi ha la pelle chiara e i documenti italiani non esiste. “Io sono di Cuneo e ho passato tutte le estati della mia infanzia al mare. Attraversavo il confine e nessuno mi diceva niente”, ha spiegato.

    A giugno la Corte costituzionale francese si è espressa in favore di Cédric Herrou, dicendo che la solidarietà del del contadino francese nei confronti dei migranti non è reato e stabilendo che, in nome del “principio di fraternità”, non può essere perseguito chi offre un sostegno disinteressato a un migrante irregolare.

    Herrou aveva offerto ospitalità nella sua casa ai migranti che attraversavano il confine tra Italia e Francia.

    Mercoledì 1 agosto, la Francia ha definitivamente approvato la nuova legge sul diritto d’asilo e l’immigrazione con 100 voti a favore e 25 sfavorevoli.

    Il disegno di legge, proposto dal ministro dell’Interno Gerard Collomb, era stato fortemente criticato dalle associazioni in difesa dei diritti dei migranti e aveva mostrato le prime crepe in seno alla maggioranza.

    Il testo ambisce a ridurre la durata della procedura per ottenere la protezione internazionale, a facilitare i respingimenti di chi non ha avuto lo status di rifugiato e a migliorare le condizioni di accoglienza, e di protezione, per chi invece l’ha ottenuto.

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