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L’Italia chiede al Tribunale dell’Aja il rilascio del marò Girone

L’India continua a opporsi e il primo ministro indiano Modi a Bruxelles si è rifiutato di partecipare alla conferenza stampa in programma

Di TPI
Pubblicato il 30 Mar. 2016 alle 16:53

Nella prima giornata di udienza fissata per mercoledì 30 marzo, l’Italia ha chiesto ai giudici del Tribunale arbitrale internazionale dell’Aja di rilasciare il fuciliere Salvatore Girone, ancora trattenuto in India dal febbraio 2012 con l’accusa di avere ucciso, insieme a Massimiliano Latorre, due pescatori. Ma l’India si oppone di nuovo e definisce la richiesta italiana “inammissibile.

L’udienza è stata aperta dal presidente del Tribunale arbitrale, il russo Vladimir Golitsyn. Per l’Italia ha preso la parola l’ambasciatore Francesco Azzarello che si è detto ottimista sulla decisione del tribunale, attesa tra quattro settimane.

“Non si tratta di essere ottimismi o pessimisti, ma ovviamente l’Italia nutre speranze, basate su solide motivazioni giuridiche e umanitarie, altrimenti non sarebbe venuta. Sarà poi il Tribunale arbitrale a decidere a favore o contro la richiesta italiana e in quali termini”, ha detto ai media italiani a margine dell’udienza.

Il fuciliere “deve essere autorizzato a tornare a casa fino alla decisione finale dell’arbitrato”, ha aggiunto Azzarello, il quale ha precisato che il procedimento arbitrale sul caso marò “potrebbe durare almeno tre o quattro anni. Salvatore Girone rischia di rimanere detenuto a Delhi, senza alcun capo d’accusa per un totale di sette-otto anni”.

“L’unica ragione che non permette a Girone di tornare in patria e che viene utilizzato come una garanzia affinché l’Italia rispetti i suoi obblighi e li faccia tornare in India durante il processo. Un essere umano non può essere usato come garanzia per i comportamenti di uno Stato, è una grave violazione dei diritti umani”, ha accusato l’ambasciatore.

Massimiliano Latorre si trova attualmente in Italia per ricevere le cure necessarie, dopo un ictus che lo ha colpito nel 2015. 

Nella mattinata di mercoledì il premier indiano Nerendra Modi è arrivato a Bruxelles per un vertice, dove avrebbe discusso anche del caso dei marò, che da quattro anni influisce sulle relazioni bilaterali fra i due paesi. 

Per evitare domande scomode della stampa europea sul caso marò la conferenza stampa prevista dopo il vertice è stata annullata, e il programma prevede solo la pubblicazione di un comunicato con dichiarazioni congiunte tra il primo ministro indiano Narendra Modi e i presidenti di Commissione europea e Consiglio europeo, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk.

L’India spera che il summit permetta di stringere i legami con l’Unione europea e persuada l’Italia a ritirare il veto sull’ingresso del paese asiatico nel club internazionale che controlla la tecnologia missilistica militare che l’anno scorso fece naufragare il progetto.

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