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Intossicazione da tonno: in Piemonte una coppia finisce in ospedale

Intossicazione da tonno: in Piemonte una coppia finisce in ospedale.

Ore di apprensione a Torino dopo che una coppia si è sentita male per aver mangiato del tonno fresco

Di Francesco Greco
Pubblicato il 27 Apr. 2018 alle 16:40 Aggiornato il 27 Apr. 2018 alle 16:40

Intossicazione da tonno: in Piemonte una coppia finisce in ospedale

In Piemonte due coniugi sono finiti in ospedale dopo aver mangiato del tonno fresco spagnolo comprato in pescheria.

Come riportato dal quotidiano La Stampa, i due sono stati portati in ospedale, presentando i sintomi tipici di una intossicazione.

Le analisi condotte dai medici hanno appurato che i due coniugi avevano una intossicazione da sgombroide.

Sono subito partite le indagini dell’Asl di Torino e si è scoperto che vi erano tracce molto elevate di istamina nei resti del tonno consumato dalla coppia.

Tracce sei volte il consentito sono state trovate anche nella pescheria dove il tonno è stato acquistato e dal grossista.

L’istamina è una tossina che si sviluppa quando il pesce non viene conservato correttamente.

Questa tossina resiste al calore e anche una cottura scrupolosa del pesce non riesce a renderla inoffensiva.

Quando il pesce viene pescato è fondamentale che venga conservato nei metodi previsti dalla legge.

Come riporta il Ministero della salute, quando il pesce arriva al primo stabilimento di destinazione, come un mercato ittico, viene eseguito “l’esame ispettivo del pesce pescato per valutare i documenti di accompagnamento, la corretta identificazione di specie e la denominazione obbligatoria in lingua italiana, il grado di freschezza, lo stato fisico e la corretta conservazione, l’assenza di specie ittiche velenose o protette, nonché la presenza di parassiti o qualsiasi alterazione di sorta”.

Il pesce pescato deve essere sin da subito mantenuto a temperature prossime allo zero per evitare che possano svilupparsi o resistere eventuali batteri o parassiti.

Nel caso del pesce consumato crudo, il metodo più sicuro è l’abbattimento, cioè mantenere il pescato a -20 gradi per almeno 24 ore.

I sintomi di una intossicazione da sgombroide sono arrossamento della pelle, cefalea pulsante, bruciore orale, crampi addominali, che possono essere accompagnati da nausea, diarrea e palpitazioni.

I casi di intossicazione sono stati frequenti soprattutto in Spagna, da dove proveniva appunto il tonno acquistato dalla coppia di Torino.

Il Ministero della Salute spagnolo ha diramato un comunicato in cui spiega i rischi derivanti dal consumo di pesce con elevata istamina: “Si invita chi avesse acquistato tonno fresco, a partire dal 25 aprile 2017, a contattare gli esercizi di vendita dove lo ha acquistato per verificare se si tratta del prodotto commercializzato dalla ditta spagnola Garciden (ditta che avrebbe fornito il pesce incriminato, ndr) e in tal caso a non consumarlo”.

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