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Infermiere abusa di una disabile, ma viene tradito dalle foto hard sul cellulare

Un infermiere di 60 anni ha abusato di una giovane di 19

La vittima è una giovane di 19 anni, ricoverata nella struttura romana dopo essere scampata a un suicidio

Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 10 Dic. 2018 alle 08:43

Più che il suo infermiere, sembrava il suo protettore. Si presentava così l’operatore sanitario accusato di aver abusato di una paziente disabile, in una comunità terapeutica al Laurentino di Roma, dove la giovane paziente di 19 anni era ricoverata dopo essere scampata a un suicidio.

Ad accorgersi delle attenzioni insistenti dell’infermiere è stato il padre della vittima. È bastato prendere il cellulare della figlia per notare subito che l’uomo, quasi sessant’anni, abusava della 19enne, arrivando addirittura a proporle delle foto indecenti.

L’infermiere è stato immediatamente denunciato dal padre della ragzza e davanti ai giudici dovrà spiegare quei messaggi hot, le foto hard e i momenti di intimità con la ragazza che versa in evidente stato di fragilità psicologica.

Il procuratore aggiunto Maria Monteleone, il magistrato a capo del pool antiviolenza della Procura, nella richiesta di rinvio a giudizio, ha contestato all’infermiere “la violenza sessuale aggravata, esercitata da un incaricato di pubblico servizio all’interno di una comunità e ai danni di una ragazza affetta da disturbi psichiatrici fin da bambina”.

Lui, dal canto suo, si difende: non parla di abusi, l’infermiere, ma di una relazione segreta con la 19enne. “Lei mi voleva bene. Aveva bisogno di affetto”, ha riferito agli inquirenti. Nella comunità terapeutica dove l’uomo lavorava nesuno si era accorto di quello che stava succedendo, anche perché il sessantenne preferiva incontrare la giovane paziente per lo più in macchina o durante le uscite concordate per le attività da svolgere all’esterno, ma in alcune occasioni gli incontri si sono svolti anche nelle sale mediche della struttura.

La giovane era stata ricoverata nel 2014 con la diagnosi di “psicosi delirante” e un quadro clinico “caratterizzato da pensieri di tipo paranoico”. Il padre ha scoperto degli abusi solo un anno dopo.

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